È tornato in libertà il trentenne algerino arrestato mercoledì con l’accusa di violenza sessuale sulla bambina di tre anni sorpresa all’uscita dell’asilo di Cardano al Campo. Ieri mattina l’uomo è stato interrogato in carcere dal giudice per le indagini preliminari, che ha rivisto al ribasso la gravità dei fatti rispetto a quanto inizialmente ipotizzato dalla Procura.
La decisione del gip: “Gesto inappropriato, non un atto di libidine”
Secondo il giudice, l’episodio – per modalità ed elementi raccolti – potrebbe rientrare persino nel reato meno grave di violenza privata, come sostenuto dal difensore. La condotta, infatti, non sarebbe stata mossa da pulsioni sessuali, bensì da un impulso affettivo mal gestito. «Vorrei avere un figlio», avrebbe dichiarato l’indagato nel corso dell’interrogatorio.
Alla luce di questa valutazione, il gip ha disposto per lui la misura cautelare più lieve: obbligo di presentazione quotidiana in caserma.
La ricostruzione dei fatti
Il giudice ha convalidato l’arresto, avvenuto quasi in flagranza grazie alla prontezza della zia della bambina e di un’altra mamma, che hanno seguito l’uomo durante la fuga restando in contatto con la centrale operativa.
Lo spavento è stato grande, ma un’analisi accurata di testimonianze e dichiarazioni ha evidenziato diversi elementi di ridimensionamento:
- non è stato possibile confermare che l’uomo abbia baciato la bambina sulla bocca;
- è certo che l’abbia sollevata, presa in braccio e le abbia ruotato il viso per darle numerosi baci, tutti sulla guancia;
- alla madre, che teneva la piccola per mano, l’uomo era parso inizialmente un venditore ambulante, senza segnali di minaccia o aggressività;
- si è rivolto alla bambina in una lingua incomprensibile, ma con tono pacato e gentile.
Un comportamento inappropriato e destabilizzante in un contesto delicato come quello dell’infanzia, ma su cui – secondo il gip – gravano forti dubbi circa un movente di natura sessuale.
Un uomo senza radici né riferimenti
Durante l’interrogatorio, il trentaquattrenne ha raccontato in modo frammentario di essere in Italia da poco tempo, dopo un periodo trascorso in Francia. La sua presenza nel Gallaratese resta però un mistero: non ha parenti né amici nella zona, non possiede un alloggio e dorme all’aperto.
Ha riferito di essere stato seguito dai servizi psichiatrici in Algeria, ma non ha saputo fornire alcuna documentazione utile ad approfondire la sua condizione clinica.
Non è escluso che, conclusi gli accertamenti, la Questura di Varese avvii nei suoi confronti una procedura di espulsione.













