«I giovani sono una risorsa sempre più scarsa: non possiamo permetterci di disperdere le loro competenze». Con queste parole Chiara Gigliarano, direttrice dell’Ufficio Studi della Liuc – Università Cattaneo, ha aperto la presentazione dello Yes, lo Youth Enhancement Score, un nuovo indicatore che analizza in profondità le opportunità – e le mancanze – offerte oggi ai giovani italiani.
Lo Yes integra sei dimensioni chiave:
- mercato del lavoro
- reddito
- accesso alla casa
- imprenditorialità
- soddisfazione soggettiva
- emigrazione qualificata
Combinandole, il modello restituisce una fotografia nitida delle disparità territoriali che attraversano il Paese. Per l’analisi europea sono impiegati dieci indicatori, mentre quella italiana ne considera ventidue. Presenti all’incontro anche le rettrici Maria Pierro (Insubria), Valentina Garavaglia (Iulm), Marina Brambilla (Università di Milano) e Anna Gervasoni (Liuc).
Emergenza alloggi
Tra le immagini simbolo degli ultimi anni restano le tende degli studenti fuori dagli atenei milanesi, protesta visibile contro il caro affitti. I numeri confermano il disagio: un giovane oggi potrebbe acquistare solo 19 m² a Milano, 24 a Roma e 33 a Varese. Nelle città metropolitane l’affitto di un trilocale può arrivare a pesare fino al 92% del reddito giovanile. Situazione opposta nei capoluoghi più piccoli – come Campobasso, Genova, Perugia e Catanzaro – che guidano la classifica dell’accessibilità. Una frattura che incide direttamente sulla possibilità di diventare autonomi.
Nuova imprenditorialità
Lo studio analizza anche il potenziale delle nuove imprese giovanili. Dopo il crollo del periodo 2019-2020, l’indice del Global Entrepreneurship Monitor mostra segnali di recupero. L’indicatore elaborato dalla Liuc valuta innovazione, finanza, formazione, attività imprenditoriali e presenza dei giovani nelle imprese: in testa Lombardia, Trentino e Lazio, seguite – con una sorprendente vitalità digitale – da Campania e Sicilia, particolarmente attive nella nascita di startup.
La soddisfazione dei giovani
Accanto ai dati oggettivi, la ricerca esplora il vissuto dei giovani. E qui emerge un risultato inatteso: i giovani italiani sono più soddisfatti dei coetanei tedeschi, francesi e olandesi. Ma il quadro interno resta frastagliato: al Nord i livelli di soddisfazione sono comparabili a quelli di Svizzera e Spagna, mentre nel Mezzogiorno gli indici precipitano.
Un altro nodo cruciale è la fuga dei laureati, in crescita costante: negli ultimi dieci anni il fenomeno è più che triplicato, con un saldo annuo negativo di circa 3.000 giovani altamente qualificati, soprattutto verso Spagna, Germania e Svizzera. Lombardia, Veneto e Piemonte sono le regioni che ne perdono di più. Secondo AlmaLaurea, le motivazioni sono chiare: migliori offerte all’estero, poche opportunità in Italia e desiderio di valorizzare le esperienze internazionali.
I sommersi e i salvati
Le regioni con il profilo più equilibrato risultano Emilia-Romagna e Piemonte. La Lombardia, pur eccellente sul fronte occupazionale, retrocede per i problemi legati all’accessibilità abitativa. In fondo alla classifica si trovano Sicilia, Campania e Puglia.
Nel quadro europeo, fissata a 100 la media, l’Italia ottiene 81 punti: debole su mercato del lavoro, reddito e casa; migliore per benessere soggettivo e spinta imprenditoriale.
Le proiezioni demografiche, infine, aggiungono un elemento ulteriore di preoccupazione: la popolazione giovanile è destinata a diminuire ancora nei prossimi anni.
«I giovani saranno una risorsa sempre più scarsa – conclude Gigliarano – e occorre valorizzarne energie e competenze, restituendo loro fiducia e speranza».













