Caso Open Arms, la Cassazione chiude il processo: assoluzione definitiva per Salvini

Respinto il ricorso della Procura di Palermo: per i giudici il fatto non sussiste

La Corte di Cassazione ha messo la parola fine al caso Open Arms, confermando in via definitiva l’assoluzione di Matteo Salvini. I giudici hanno respinto il ricorso presentato dalla Procura di Palermo contro la sentenza di primo grado che, nel dicembre 2024, aveva assolto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e leader della Lega con la formula «perché il fatto non sussiste».

Il procedimento giudiziario, avviato nel 2021, riguardava i fatti dell’agosto 2019, quando Salvini, allora ministro dell’Interno, negò l’autorizzazione allo sbarco a Lampedusa alla nave della ong spagnola Open Arms. A bordo si trovavano 147 persone migranti soccorse nel Mediterraneo nel corso di tre diverse operazioni di salvataggio. Per quella decisione, l’ex titolare del Viminale era accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio.

La Procura di Palermo aveva scelto una strada procedurale rara ma prevista dal Codice di procedura penale, ricorrendo direttamente in Cassazione senza passare dal giudizio di appello. In questa fase non è previsto un nuovo processo: non vengono ascoltati testimoni né valutate nuove prove, ma i giudici si limitano all’analisi degli atti e delle motivazioni delle sentenze precedenti.

Con la decisione della Suprema Corte, l’assoluzione di Salvini diventa definitiva, chiudendo un lungo e complesso capitolo giudiziario che ha avuto anche un forte impatto politico e mediatico sul dibattito italiano in materia di immigrazione e gestione dei flussi migratori.