Sempre più italiani rinunciano a curarsi: nel 2024 oltre 5,8 milioni senza visite o terapie

Liste d’attesa interminabili, costi elevati e carenza di strutture spingono quasi un cittadino su dieci a rinunciare alle cure. L’Istat: “Un milione e trecentomila persone in più in un solo anno”.

Sempre più italiani si trovano costretti a scegliere tra la salute e le difficoltà del sistema sanitario. Liste d’attesa infinite, ticket elevati e strutture difficili da raggiungere stanno trasformando quello che dovrebbe essere un diritto universale in un privilegio.

Secondo i dati Istat 2024, quasi un cittadino su dieci (9,9%) ha dichiarato di non essersi curato a causa di ostacoli economici o organizzativi. Si tratta di 5,8 milioni di persone, con un incremento di 1,3 milioni rispetto all’anno precedente.

Le liste d’attesa, il principale ostacolo

La prima causa di rinuncia resta la lunghezza delle liste d’attesa: il 6,8% della popolazione afferma di aver rinunciato a una visita o a un esame per i tempi troppo lunghi. Nel 2023 la percentuale era del 4,5%, mentre nel 2019 era appena del 2,8%.
Un trend che mostra un sistema sempre più in difficoltà nel garantire prestazioni nei tempi previsti, spingendo molti a rivolgersi al privato o a rinunciare del tutto.

Donne e anziani i più colpiti

Il fenomeno colpisce soprattutto le donne (7,7%) e gli over 45, in particolare nella fascia 45-64 anni (9,4%) e tra gli anziani oltre i 65 anni (9,2%).
“La fragilità economica e fisica si intreccia con la difficoltà di accesso ai servizi”, ha spiegato il presidente dell’Istat Francesco Maria Chelli, sottolineando come le disuguaglianze sociali si riflettano direttamente sulla salute.

Nord e Sud, un divario che cresce

Il problema interessa tutto il Paese, ma con forti differenze territoriali. Nel Nord ha rinunciato a curarsi il 6,9% dei residenti, nel Centro il 7,3%, mentre nel Mezzogiorno il 6,3%.
Dati che mostrano un’Italia sempre più divisa e una sanità pubblica con capacità di risposta disomogenea.

Un’emergenza silenziosa

Dietro le percentuali ci sono storie di visite rimandate, diagnosi tardive e cure mancate. L’Istat avverte che, senza un intervento strutturale per ridurre le liste d’attesa e potenziare l’assistenza territoriale, il diritto alla salute rischia di restare solo sulla carta, riservato a chi può permetterselo.

Il Ministero della Salute, intanto, ha espresso “rammarico per la mancata intesa sulle misure per affrontare l’emergenza delle liste d’attesa”, ma i numeri confermano che la sanità italiana vive una delle sue fasi più critiche degli ultimi decenni.