La cucina italiana entra nel patrimonio culturale immateriale dell’umanità

Riconosciuta dall’Unesco come la prima cucina al mondo ad ottenere questo prestigioso titolo.
Tradizioni culinarie, inclusione sociale e trasmissione intergenerazionale celebrano l’eccellenza del Made in Italy

MILANO – La cucina italiana è ufficialmente patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Il Comitato intergovernativo dell’Unesco, riunito a New Delhi, ha approvato all’unanimità il riconoscimento, che celebra la cucina italiana nella sua interezza come “miscela culturale e sociale di tradizioni culinarie” e come pratica capace di esprimere amore, radici culturali e identità comunitaria.

Secondo l’Unesco, cucinare all’italiana favorisce l’inclusione sociale, promuove il benessere e offre un canale di apprendimento intergenerazionale, rafforzando i legami e incentivando la condivisione. La preparazione del cibo viene descritta come un’attività comunitaria che valorizza il rispetto per gli ingredienti, la convivialità e le ricette anti-spreco, trasmettendo sapori, abilità e ricordi tra generazioni.

Il dossier di candidatura, curato dal giurista Pier Luigi Petrillo, ha sottolineato il ruolo chiave delle comunità e di organismi come la rivista La Cucina Italiana, l’Accademia Italiana della Cucina e la Fondazione Casa Artusi negli ultimi sessant’anni.

Con questo riconoscimento, l’Italia consolida il suo primato mondiale nel settore agro-alimentare: su 21 tradizioni iscritte nella Lista dei patrimoni culturali immateriali, ben 9 riguardano l’agroalimentare, tra cui l’arte dei pizzaiuoli napoletani, la transumanza, la dieta mediterranea e la coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria. La candidatura italiana è stata selezionata tra 60 dossier provenienti da 56 Paesi.