Varese, Consiglio ancora deserto: niente numero legale. PD in fibrillazione e bilancio in ostaggio

Galimberti non garantisce il numero legale. Cresce il nervosismo nella maggioranza, che non vuole passare 20 giorni a votare gli emendamenti della Lega. Servirebbe una soluzione di buonsenso per sbloccare lo stallo.

VARESE – Terza serata e terzo nulla di fatto. La maratona bilancio del Consiglio comunale si è trasformata in un blocco totale: questa sera, giovedì 11 dicembre, la seduta è stata nuovamente annullata per mancanza del numero legale. La Lega, come annunciato, si è presentata compatta. Ma il resto dell’opposizione è rimasto a casa e, fatto politicamente rilevante, anche la maggioranza guidata dal sindaco Davide Galimberti ha scelto di non garantire il numero legale, lasciando l’aula vuota e impedendo l’avvio dei lavori.

È un segnale chiaro: all’interno della maggioranza cresce il nervosismo. L’idea di trascorrere venti giorni consecutivi in aula, fino al 30 dicembre, per affrontare uno a uno i 1.500 emendamenti presentati dalla Lega, non incontra alcuna disponibilità. Le tensioni emerse nelle commissioni degli ultimi giorni avevano già fatto intuire la fatica della coalizione, ma la scelta di disertare il Consiglio conferma un malessere profondo.

La scena di questa sera è stata eloquente. Alle 19, in aula erano presenti solo il presidente del Consiglio Alberto Coen Porisini, il segretario, lo staff tecnico e i consiglieri della Lega: Angei, Bison, Monti e Parravicini. La maggioranza ha mantenuto la promessa di non presentarsi e, alla seconda chiamata delle 19.30, la seduta è stata dichiarata deserta alle 19.33.

Se nulla dovesse cambiare, anche domani sera lo spettacolo sarebbe identico, così come sabato, domenica mattina e in tutte le serate feriali fino al 30 dicembre. Concretamente, il rischio è arrivare a fine anno senza bilancio approvato, con conseguenze amministrative e politiche tutt’altro che leggere.

In questo quadro, una soluzione di buonsenso diventa indispensabile. Occorrerebbe aprire un confronto vero tra maggioranza e Lega, non su mille emendamenti ma su un numero ristretto di questioni ritenute davvero rilevanti. Una sorta di tregua tecnica che consenta di discutere i punti politicamente significativi, accorciare la maratona e riportare il Consiglio in condizioni operative. Parallelamente, sarebbe utile concordare un calendario più snello e realistico di riunioni, evitando la logica del muro contro muro che rischia di paralizzare tutto.

Non una resa di nessuno, ma un atto di responsabilità reciproca. Perché, al netto delle schermaglie politiche, Varese non può permettersi un mese di stallo istituzionale.