Un viaggio dentro il cervello dei mammiferi, dalle prime fasi dello sviluppo fino alla maturità. È quanto rende possibile la nuova serie di ricerche pubblicate sulla rivista Nature e condotte nell’ambito della Brain Initiative Cell Atlas Network, con la partecipazione anche di ricercatori italiani all’estero.
Per la prima volta, grazie all’analisi di oltre 1,2 milioni di cellule cerebrali, gli scienziati hanno potuto osservare in dettaglio come il cervello si forma, si organizza e come può incorrere in alterazioni capaci di generare patologie complesse come autismo, schizofrenia e sclerosi multipla.
“Questa serie di lavori ci fornisce un modello dettagliato di come emergono e maturano nel tempo diversi tipi di cellule cerebrali”, spiega Hongkui Zeng, dell’Allen Institute for Brain Science e della Scuola di Medicina dell’Università di Washington. “Capire quando e dove si attivano i geni critici ci aiuta a scoprire come le loro interruzioni portino a disturbi neurologici. È una conoscenza fondamentale per diagnosi più precise e terapie mirate”.
Uno degli studi si è concentrato su un gruppo di neuroni che agiscono come “freni” del cervello, regolando l’attività neuronale e coordinando la comunicazione tra le diverse aree cerebrali. È stato così possibile tracciare l’albero genealogico più completo mai realizzato di queste cellule, scoprendo che molte di esse continuano a svilupparsi anche dopo la nascita, soprattutto nelle zone legate all’apprendimento, alle emozioni e al processo decisionale.
Un altro lavoro ha seguito nei topi oltre 770 mila cellule dal periodo embrionale fino all’età adulta, osservando la formazione della corteccia visiva. Contrariamente a quanto si pensava, i ricercatori hanno dimostrato che il cervello continua a formare nuovi neuroni anche dopo la nascita, in fasi cruciali come l’apertura degli occhi o i primi processi di apprendimento visivo.
Queste scoperte indicano che le esperienze post-natali influenzano lo sviluppo cerebrale più di quanto si credesse e che alcuni disturbi potrebbero essere ancora trattabili in specifiche “finestre temporali” di crescita del cervello.
Gli altri articoli pubblicati nello stesso numero di Nature hanno inoltre fornito una mappa dell’espressione genica di milioni di neuroni nella corteccia cerebrale, individuando firme molecolari specifiche per ciascuna area del cervello. Alcuni programmi genetici, attivi durante lo sviluppo embrionale, possono riattivarsi più tardi nella vita, ad esempio durante processi infiammatori o autoimmuni come quelli che caratterizzano la sclerosi multipla.
Si tratta, spiegano gli esperti, di un passo decisivo verso la comprensione delle origini biologiche delle malattie mentali e neurologiche e, in prospettiva, verso terapie capaci di intervenire prima che il danno sia irreversibile.













