Preoccupante calo di iscritti ai test d’ingresso a Infermieristica: i numeri di Varese e Busto

L'allarme del Coina, Sindacato delle professioni sanitarie: gli aspiranti studenti sono meno dei posti disponibili. Lombardia e Piemonte in testa nella carenza di personale ospedaliero

VARESE – “Preoccupanti i primi report relativi al numero di iscritti ai test di ingresso a infermieristica. Il rischio concreto è quello di ripetere il flop dello scorso anno accademico, quando le iscrizioni hanno toccato il -10,5%”. Così Marco Ceccarelli, Segretario Nazionale del Coina, Sindacato delle professioni sanitarie, commentando in una nota il calo delle domande ai test di ammissione per accedere ai corsi di laurea triennale in Infermieristica.

Secondo i dati diffusi dal Coina, in Piemonte, a fronte di 1.175 posti disponibili per infermieristica, le domande per la partecipazione ai test di ingresso sono ad oggi solo 1.052. Tutte le sedi della Regione Piemonte presentano il segno meno, tranne Città di Torino e Città della salute “che compensano solo in minima parte la forbice tra fabbisogno e domande di ingresso nel territorio”. La Lombardia, “primo territorio italiano per carenza di infermieri, ben 10mila, presenta, al pari del Piemonte, numeri poco gratificanti”.

A Varese i posti sono 100 ma gli iscritti risultano solo 76, a Como 99 e le domande 42, a Busto c’è possibilità di ammettere 50 studenti e le domande sono appena 41. “Il problema delle iscrizioni ai Corsi di Laurea in Infermieristica-continua Ceccarelli – riflette una crisi profonda della professione nel nostro Paese e certifica il fallimento della politica sanitaria nazionale e regionale.


Un chiaro segnale delle problematiche strutturali che affliggono la realtà infermieristica: condizioni di lavoro poco gratificanti, che vanno dai salari inadeguati ai turni massacranti, passando per gli organici ridotti all’osso, fino alle scarse opportunità di carriera”. La soluzione per il sindacato può essere quella di “investire maggiori risorse nei talenti che abbiamo a disposizione, senza cercare vie traverse e optare per scelte paradossali. Ci stupisce, in questi giorni, l’avanzamento del progetto dell’Assistente Infermiere – prosegue Ceccarelli- che altro non è che un Oss con un corso di formazione base aggiuntivo di 500 ore. Siamo di fronte palesemente ad una figura surrogata che abbassa la qualità delle prestazioni. Non ci meraviglieremmo se un domani i nostri giovani optassero per una posizione del genere, scegliendo questa figura che sarà caratterizzata da uno stipendio vicino a quello degli infermieri e certamente con meno responsabilità”, conclude.