I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Gallarate, al termine di serrate indagini avviate dopo la brutale aggressione subita da una donna alle prime luci dell’alba nel quartiere Cajello di Gallarate, hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto un 35enne di origine gambiana, indagato per violenza sessuale aggravata e lesioni personali aggravate.
L’intervento è scattato immediatamente dopo la segnalazione al 112 NUE da parte di un passante che ha soccorso la vittima. Grazie ai rilievi della polizia scientifica, i militari sono riusciti a ricostruire con precisione le fasi dell’aggressione, durante la quale l’autore ha anche perso il proprio telefono cellulare, poi rinvenuto e sequestrato.
Secondo quanto emerso, l’uomo avrebbe sorpreso la donna alle spalle mentre camminava sul marciapiede per raggiungere il posto di lavoro. Dopo averla colpita e malmenata, l’avrebbe trascinata dietro le siepi di un’aiuola in un parcheggio pubblico, dove si è consumata la violenza. Terminato l’atto, l’aggressore è fuggito a piedi portando con sé il telefono cellulare della vittima.
Determinanti per le indagini sono state le indicazioni fornite da un testimone e l’analisi capillare degli impianti di videosorveglianza pubblici e privati nella zona. Le immagini hanno permesso di ricostruire il percorso di fuga e di risalire all’abitazione dell’indagato, che si era nascosto all’interno fingendo di non essere in casa. I Carabinieri, entrati comunque nell’appartamento, lo hanno trovato all’interno di un letto a cassettone.
L’uomo, ancora vestito con gli stessi abiti ripresi dalle telecamere, è stato condotto nella Caserma di Largo Verrotti. Il telefono cellulare della vittima è stato poi rinvenuto in una proprietà privata lungo la via di fuga, non lontano dall’abitazione del 35enne.
La donna è stata affidata alle cure dell’Ospedale Sant’Antonio Abate di Gallarate, dove ha ricevuto una prognosi iniziale di 20 giorni.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio, hanno permesso di acquisire un quadro probatorio ritenuto grave, preciso e concordante. Durante l’interrogatorio davanti al P.M. di turno, dott. Roberto Bonfanti, l’indagato, messo di fronte alle proprie responsabilità, ha reso piena confessione.
Il 35enne è stato quindi trasferito alla Casa Circondariale di Busto Arsizio, dove resta in attesa dell’interrogatorio di garanzia.













