Sacchi con il chip: il sindaco di Gallarate dice no 

A Gallarate, il sindaco Cassani rifiuta l'introduzione dei sacchi intelligenti con chip per evitare l'aumento dell'abbandono illegale dei rifiuti, a differenza di Busto Arsizio dove questa misura ha già suscitato polemiche

GALLARATE – Mentre a Busto Arsizio le polemiche sui sacchi esposti in maniera non conforme e non raccolti da Agesp si intensificano, a Gallarate il sindaco Andrea Cassani ha preso una posizione chiara e contraria all’introduzione della tariffa puntuale basata su sacchi intelligenti dotati di chip.

Le immagini di marciapiedi ingombri di sacchi abbandonati stanno proliferando sui social media, alimentando il malcontento dei cittadini di Busto Arsizio, soprattutto di coloro che rispettano le nuove regole della raccolta puntuale. Nonostante le proteste crescenti, il comune non intende fare marcia indietro sulla scelta della tariffa puntuale, una misura adottata anche da molte altre città.

Diversamente, a Gallarate, il sindaco Cassani ha spiegato che la tariffa puntuale non è mai stata presa in considerazione. Durante una recente sessione del “Caffè scorretto”, un appuntamento live su Instagram, Cassani ha risposto alle preoccupazioni dei cittadini riguardo ai rifiuti abbandonati, definendo il fenomeno una “piaga sociale”. Ha chiarito che uno dei motivi per cui Gallarate non adotta la tariffa puntuale è il rischio di incentivare ulteriormente l’abbandono illegale dei rifiuti, come già osservato nei comuni vicini. Secondo il sindaco, questo sistema, pur avendo un costo iniziale leggermente superiore per molte famiglie, potrebbe spingere alcuni cittadini a risparmiare pochi euro all’anno gettando i rifiuti sotto i ponti o nei boschi.

La situazione a Busto Arsizio è diventata particolarmente critica. Sui social, le foto di sacchi abbandonati nelle strade centrali e periferiche sono accompagnate da commenti di cittadini frustrati che rispettano le nuove regole ma si trovano a convivere con scenari di degrado urbano. La scelta della tariffa puntuale, che prevede il pagamento in base alla quantità di rifiuti prodotti, ha infatti sollevato molte critiche, ma le autorità locali ritengono che sia la strada giusta per migliorare la gestione dei rifiuti nel lungo termine.

Nel frattempo, a Gallarate, l’approccio rimane opposto. Cassani ha sottolineato che, per i prossimi tre anni, non si parlerà di tariffa puntuale. La sua amministrazione preferisce evitare i problemi osservati nei comuni che hanno già adottato questo sistema, come l’aumento dell’abbandono di rifiuti in aree non autorizzate. Inoltre, il sindaco ha evidenziato che la tariffa puntuale comporterebbe costi aggiuntivi per le famiglie, che potrebbero aggravare ulteriormente il problema.

La scelta di non introdurre i sacchi con il chip a Gallarate riflette una strategia volta a prevenire l’abbandono dei rifiuti e a mantenere pulita la città, sebbene rimanga la sfida di trovare soluzioni efficaci per la gestione dei rifiuti urbani senza penalizzare i cittadini. Il dibattito su come affrontare al meglio la questione dei rifiuti continua, con Gallarate e Busto Arsizio che rappresentano due approcci differenti in cerca di un equilibrio tra efficienza e sostenibilità ambientale.