La mafia taglieggiava le imprese Adesso finisce alla sbarra

BUSTO ARSIZIO Imprese taglieggiate, minacciate e intanto i malviventi conducevano una vita di lusso.

Queste le accuse. E da ieri la mafia è alla sbarra: davanti al gup di Milano la prima tranche dell’udienza preliminare che vede imputati Rosario Vizzini, Dario e Fabio Nicastro, Emanuele Napolitano e Rosario Bonvissuto, di decine di episodi di estorsione ai danni di numerosi commercianti e imprenditori di varesotto e altomilanese.

Vizzini, considerato il boss del clan bustese capobastone in zona del clan gelese Rinzivillo-Madonia, avrebbe dovuto comparire in udienza a mezzo video conferenza.

Ma il capo, pentitosi lo scorso 9 giugno e da allora in regime di protezione, non si è palesato nemmeno via etere. Vizzini, per altro, dopo aver iniziato a collaborare ha permesso agli uomini della squadra mobile di Varese guidati da  Sebastiano Bartolotta, di ritrovare i resti di Salvatore D’Aleo, picciotto ritenuto troppo intraprendente (stando alle dichiarazioni del pentito), ucciso nel 2008 da Fabio Nicastro ed Emanuele Italiano su ordine dello stesso Vizzini.

Intanto Massimo Brugnone, di “Ammazzateci tutti”, invita i giovani a vigilare. E a presentarsi in aula.

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m.lualdi

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