Una dinastia come poche Il rispetto è il loro stile

SUMIRAGO La loro famiglia, un intreccio di colori come i loro tessuti. Molto diversi, così semplici, con un senso (con un fascino) solo se presi nell’insieme.
Il filo che cuce la saga missoniana è questo: il gusto e il culto della famiglia. La famiglia dell’intimità, quella dell’azienda, perfino la famiglia del paese dove l’azienda è nata e cresciuta. Non sono soltanto increduli e dispiaciuti, i sumiraghesi: sono addolorati.
I Missoni gli appartengono. Vi s’immedesimano. Ne spartiscono la cifra identitaria.

Missioni significa lavoro e benessere. Ma significa anche gentilezza d’animo, sobrietà di sentimenti, tratto cortese. Sintetizzando: umanità.
L’avventura imprenditoriale ha avuto un successo mondiale anche per questo suo essere prodigiosamente (parallelamente) moderna e antica. Per aver saputo riconoscere e perpetuare il valore dell’amicalità, che è il trasferimento in ogni momento della giornata dell’attenzione verso gli altri.
Attenzione che vuol dire rispetto. Rispetto che evoca la spiritualità. Spiritualità che chiama la bellezza. Bellezza che va oltre il confine d’un prodotto ben immaginato, ben realizzato, ben venduto.
Un’idea di vita che Rosita cominciò a carezzare fin al tempo della giovinezza, quando studiava dalle suore del Rosetum di Besozzo. E Ottavio pure, quando praticava con talento le piste d’atletica. Non a caso quelle due idee, così contemporanee e così inconsapevoli l’una dell’altra, s’incrociarono fino a diventare una sola, grande, gioiosa idea.
Nei giorni d’una degenza all’ospedale di Circolo di Varese per un intervento chirurgico, Ottavio distribuì sorrisi, semplicità, ottimismo. Nel dialetto della sua terra confinaria, incoraggiava gl’infermieri che gli si rivolgevano con imbarazzo reverenziale a dargli del tu. «Così mi fate sentire meno solo dentro qui», spiegava al personale ospedaliero.
Lo stile dei Missoni, passato da una generazione alla successiva, è questo. Mettere il prossimo a suo agio. Farlo sentire protagonista e non comprimario. Coinvolgerlo sempre, non escluderlo mai. Il segreto d’una moda di conquista è proprio di non aver seguito nessuna moda che fosse primariamente suggerita dall’esigenza economica. Dall’affare per l’affare. Dalla vendita innanzitutto.
Il segreto è stato di comprare con gratuita leggerezza la fiducia altrui. La leggerezza, ecco il segno più distintivo di tutti gli altri segni lasciati nel corso dei decenni dalla saga missoniana. Sfiorare la vita, per non farle del male.
Una scelta sottotraccia che veste da sempre questa nostra terra, e ne è diventato lo storico e addirittura leggendario marchio d’esportazione.
Max Lodi

f.artina

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