A Varese marcia la destra E lo fa in grande stile

Ritrovo in piazzale Kennedy alle 19 del 10 febbraio: «Sarà il più grande evento degli ultimi 20 anni». Attesi simpatizzanti di Do.Ra, Forza Nuova, Fiamma, Orizzonte Ideale e Casa Pound

– Il 10 febbraio in città sfila la “Varese di destra”. È stato, infatti, organizzato un corteo in memoria delle vittime delle foibe.
I primi a darne comunicazione sono i militanti della Comunità Militante dei Dodici Raggi, il che lascia a presagire che sia loro la paternità dell’iniziativa.
Dagli ambienti di estrema destra quella in programma martedì 10 febbraio viene definita come la più grossa iniziativa di destra che Varese abbia mai messo in campo negli ultimi vent’anni. «Per la prima volta tutta Varese unità – si legge sulla pagina Facebook della DoRa – Non mancare».

Infatti, il corteo dovrebbe vedere radunarsi, non solo i militanti di Do.Ra., ma anche i simpatizzanti di Forza Nuova, Fiamma Tricolore, Orizzonte Ideale e Casa Pound.
Insomma, un mix della destra pronta a ricordare le proprie vittime. Il ritrovo è previsto in piazzale Kennedy alle ore 19.
Sul volantino viene precisato che «al corteo non saranno ammessi simboli o bandiere di partito, soltanto tricolori».
È bene precisare che la manifestazione è

autorizzata dalle autorità competenti che, fatte le debite verifiche, hanno dato l’ok per lo svolgimento del corteo.
Le foibe sono cavità carsiche di origine naturale con un ingresso a strapiombo. È in quelle voragini dell’iIstria che fra il 1943 e il 1947 sono stati gettati, vivi e morti, quasi diecimila italiani.
Vittime delle foibe furono fascisti, cattolici, liberaldemocratici, socialisti, uomini di chiesa, donne, anziani e bambini.
Dal 2004, dunque, il 10 febbraio è diventato il Giorno del ricordo dei “martiri elle Foibe e degli esuli istriani, giuliani e dalmati”: una grande vittoria per la destra italiana. Secondo la legge che l’ha istituita al Giorno del ricordo è associato il rilascio di una targa commemorativa, destinata ai parenti degli “infoibati” e delle altre vittime delle persecuzioni, dei massacri e delle deportazioni occorse in Istria, in Dalmazia o nelle province dell’attuale confine orientale durante l’ultima fase della seconda guerra mondiale e negli anni immediatamente successivi.
A sollevare perplessità, alla luce di una notizia che ormai in città s’è diffusa, non è la commemorazione del Giorno del ricordo, ma il corteo.
«Manifestazioni di questo genere, dal mio punto di vista, dovrebbero essere proibite – spiega , referente varesina dell’Anpi – Non voglio fare polemica, ma questa è pura propaganda mediatica. Si tratta di una minoranza di varesini e varesotti che aspira solo a farsi notare e a ricordare che ci sono anche loro».

De Tomasi, infatti, non vuole parlare di “Varese nera”. «Non me la sento di definirla così. In primis perchè non lo è mai stata e la forte resistenza e le numerose vittime partigiane lo dimostrano».
«Inoltre perché in questi mesi sto girando nelle scuole con diversi progetti didattici promossi proprio dall’Anpi, in collaborazione con il Miur, e ho avuto il piacere di incontrare tanti giovani con alti ideali. Studenti che intendono portare avanti i valori che non si soffermano sul razzismo e sulla diversità, ma che mirano alla libertà e alla democrazia».
«Questo dimostra che Varese ha alte qualità di giovani, il nostro futuro, che hanno ben chiaro ciò che di giusto e di sbagliato è stato scritto nella nostra storia e non intendono ripetere quegli errori e quegli scempi».