«Addio prof Bono, orgoglio della città»

Autorità, colleghi, pazienti e comuni cittadini: sono tanti coloro che si sono stretti al dolore dei familiari per la perdita del professor Aldo Bono, stimato urologo dell’ospedale di Circolo di Varese che nel 1996 effettuò il primo trapianto di reni nella nostra città.

Le esequie sono state celebrate ieri nella basilica di san Vittore da monsignor i insieme a don F, docente universitario ed amico personale del medico scomparso nella giornata di domenica. «Un uomo appartenuto a tutta Varese»: queste le parole con cui don Citterio ha voluto iniziare l’omelia, seguita alla lettura presa dal libro del Siracide («Onora il medico come si deve secondo il bisogno, anch’egli è stato creato dal Signore») e al brano del Vangelo secondo Matteo sulla presenza di Cristo in ogni aspetto della sofferenza umana.

Di Bono è stata ricordata non solo «la strada tracciata in campo medico e la felicità nella professione che ne hanno fatto un maestro in vita», ma anche «il suo impegno nel volontariato, l’amore verso la famiglia, la passione per l’arte e per la musica da vero umanista» e la serenità degli ultimi giorni nonostante la prostrazione della malattia.

Molto significativo e commovente è stato l’intervento finale di , colei che ha preso il testimone del professore alla guida del reparto di Urologia al Circolo: «Era chiamato “papà” da tutti noi – ha esordito – per l’umanità che sapeva trasmettere e per il piglio con cui ci guidava. Ricordiamo le metafore usate nell’informare i pazienti, i giorni e le serate anche conviviali passate in sua compagnia: per lui la medicina era una forma d’arte. Al professore va il nostro ringraziamento e la promessa dell’impegno nel continuare quello che ha lasciato». Un messaggio condiviso anche dagli altri colleghi presenti, a cominciare dall’ex rettore dell’università dell’Insubria, il professor, e da , direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera. «Grazie alla sua opera, il reparto è cresciuto, superando i confini provinciali per affermarsi sempre più a livello internazionale».

Ha partecipato alla cerimonia funebre anche il sindaco : «è stato parte fondante della sanità varesina che costituisce un orgoglio per tutti i cittadini. Il suo nome deve essere celebrato: in concerto con l’Ospedale, troveremo il modo migliore per farlo».

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