Aimetti, l’imprenditore che sogna l’azienda delle idee

Rigetta l’imperante must dello stagista sottopagato, «il concetto davvero non mi appartiene». Crede nei giovani, «metà delle persone che lavorano con me è under 30». E sta lavorando per fare rete con le altre imprese del territorio: «Insieme potremo fare concorrenza ai grandi colossi valorizzando il nostro patrimonio di conoscenze».

A questa sinergia ha dedicato la piattaforma Nextz, e una seconda piattaforma interattiva, upprendo, è dedicata alla formazione. Nel suo futuro «c’è un crazy lab». Ribelle e in controtendenza Silvio Aimetti è a capo di due società che interagiscono: l’originaria Struqture, nata 15 anni fa, e la giovane Struqturenergy, nata cinque anni fa.

La prima si occupa di consulenza d’impresa ad altissimo livello: «In diversi settori – spiega Aimetti – dalla sicurezza all’ambiente, all’ottenimento di certificazioni, sino alla formazione del personale e alla riorganizzazione della struttura lavorativa» La seconda società è specializzata nel settore energetico: «In tutto ciò che riguarda l’energia – spiega Aimetti – offriamo consulenze e soluzioni su misura per tutte le imprese che vogliano migliorare il risparmio energetico, vogliano investire in energie rinnovabili, abbiamo realizzato anche grandi impianti, e vogliano ottenere le così dette certificazioni bianche».

Oggi le due società insieme occupano una ventina di persone. «Circa la metà – spiega l’imprenditore – è sotto i 30 anni di età. Gli stagisti sottopagati non mi interessano. Noi offriamo contratti di lavoro veri: ovviamente in crescita nell’arco del tempo. Io credo fortemente nella potenza del know how: impossibile crearne uno passando di stagista in stagista. Molto meglio investire su personale scelto e formarlo. Formalo il meglio possibile e aggiornarlo sempre. Soltanto così si diventa davvero competitivi».

Una strategia che ha conquistato il mercato: «Il nostro bacino di riferimento è quello della provincia di Varese e della Lombardia – spiega Aimetti – Ma siamo in crescita: abbiamo realizzato lavori all’estero. In Cina, ad esempio». Il sogno per il futuro? «Creare un crazy lab – conclude l’imprenditore – Vorrei andare a ritroso nel percorso lavorativo. Realizzare tutto da zero: il processo di elaborazione, il progetto e infine il prodotto. Io credo che questa sia innovazione. Vorrei crescere a tal punto da poter vendere anche l’idea. Di poter assumere persone pagate per pensare. Tecnici e non solo che pensano, si confrontano, andando ad inventare il nuovo. Inventori, ecco, in futuro vorrei avere un contenitore di inventori che pensino e sviluppo progetti del tutto originali»..

© riproduzione riservata