Alla sbarra per circonvenzione: «Mi ha lasciato tutto di sua volontà»

Parola al 35enne lecchese accusato di aver raggirato un’ottantenne: «Eravamo grandi amici, Era sola e le davo una mano»

In tribunale si torna a parlare della presunta circonvenzione che ha fruttato decine di migliaia di euro consumata ai danni di una signora ultraottantenne originaria di Tradate. Ieri mattina, in tribunale a Monza, ha raccontato la propria versione dei fatti l’imputato, un uomo di 35 anni di Verderio, in provincia di Lecco: «Ci siamo conosciuti in cantiere a Legnano – ha sottolineato l’imputato – dove stavamo realizzando degli appartamenti. La signora aveva fissato un appuntamento. Io, insieme a mio fratello, avevo l’agenzia immobiliare con l’incarico di vendere gli appartamenti. La signora viveva a Tradate, ma voleva vendere la propria abitazione perchè diceva che avrebbe voluto avvicinarsi a Milano. È nata tra di noi una bella amicizia che con il passare del tempo si è consolidata. Per un anno e mezzo andavo a Tradate, anche 5 volte a settimana, per aiutarla in alcune commissioni. Era da sola».

La signora acquista l’appartamento di Legnano: «A un certo punto mi dice che vista la vicinanza e fiducia che si era venuta a creare, mi avrebbe intestato la casa lasciandogliela in comodato d’uso fino alla sua morte». A un certo punto, secondo quanto raccontato dall’imputato, la presunta parte lesa avrebbe chiesto all’imputato di trovargli una sistemazione a lui più vicina in modo tale da essere aiutata nelle commissioni di ogni giorno: «Le ho spiegato che non riuscivo più a essere così presente – ha aggiunto – ma che avrei potuto assisterla al massimo un paio di volte a settimana. Così mi chiede di aiutarla a trovare una sistemazione più vicina a me».

Secondo l’accusa l’imputato le avrebbe svuotato il conto in banca, facendosi poi intestare la casa di Legnano. Di fronte alla domanda del vice procuratore onorario, , del perché non le fosse stata restituita la casa, l’imputato si è detto pronto a valutare una proposta risarcitoria.

Poi c’è la questione del testamento: «Prese un foglio – ha spiegato l’imputato – e di sua mano scrisse che alla sua morte avrebbe lasciato tutto a me». In aula, davanti al giudice Sonia Mancini, hanno riferito anche il fratello e il papà dell’imputato, ricostruendo il rapporto di stretta confidenza che nel corso dei mesi si era costruito tra i due. A settembre verrà ascoltata anche la presunta vittima ultraottantenne. La signora dovrebbe essere trasportata in tribunale a bordo di un’ambulanza dalla struttura di assistenza del Lecchese nella quale ora si trova alloggiata.