Arriva il Gallaratese Imbruttito E su Facebook fa subito il botto

In un solo giorno il gruppo raccoglie oltre 4.500 “like” tra amarcord e ironia feroce. Successo immediato: «Ci ispiriamo al Milanese Imbruttito ma siamo più provinciali»

– E dopo il milanese si è imbruttito anche il gallaratese. Tra satira e amarcord, ecco la nuova pagina Facebook dedicata alla città dei Due Galli. Capace, in poco più di un giorno, di mettere insieme più di 4.500 like. L’ispirazione nasce da “Il Milanese imbruttito”, spazio social di satira di costume che prende in giro il modo di fare dei cittadini del capoluogo. La versione nostrana, però, unisce alla presa in giro dei comportamenti alla nostalgia del tempo che fu. «Il Gallaratese imbruttito è la reincarnazione dello spirito “brusa balun” (così vengono chiamati gli abitanti della città dei Due Galli, ndr) che c’è in ognuno di noi».

Aperta mercoledì, la pagina Facebook ha superato nel giro di 24 ore le 4.500 sottoscrizioni. Tutte di gallaratesi che si divertono a leggere le frasi della loro versione imbruttita. Come «Cazzoservono le ciclabili? Mica siamo ad Amsterdam», ovvero la reazione “imbruttita” di fronte alle corsie riservate alle due ruote che la giunta ha sparso in giro per la città. Piuttosto che «Com’è il Maga? Cazzoneso, mai stato». Perché il gallaratese è andato al Moma di New York,

piuttosto che al Guggenheim di Bilbao, ma non ha mai messo piedi nella galleria d’arte moderna della sua città. Ma chi c’è dietro a questa nuova pagina? Alla domanda della Provincia l’ideatore, o gli ideatori che siano, preferisce non rispondere. «Noi imbruttiti siamo restii ad uscire dall’ombra», la risposta affidata alla chat di Facebook. Nonostante questa diffidenza ad esporsi alla luce del sole, però, qualche curiosità l’hanno soddisfatta. «L’idea è chiaramente e palesemente mutuata dal Milanese imbruttito», tanto che ne rispecchia anche l’impianto grafico.

A livello di “imbruttimento”, però, il gallaratese è messo peggio perché «essendo più provinciale ha subito da poco le ripercussioni della globalizzazione e dell’integrazione sociale». E per questo, arrivando in stazione, esclama «cazzosiamo, a Islamabad?». Ma l’imbruttimento nasce anche dalla rete, dallo stesso Facebook. Dove «bacheche civiche sulle quali si parlava della Gallarate che è e che è stata si sono trasformate in palcoscenici elettorali per improvvisati Berlinguer e Almirante. Gente che si spaccia per cittadino oggi e che domani si crede De Gasperi».Riferimento nemmeno troppo lusinghiero alle liste civiche nate proprio dai social network e pronte a presentarsi alle amministrative 2016. «Noi siamo monarchicamente democratici», dicono gli imbruttiti, «nessuno scriverà sulla nostra pagina e nessuno del nostro gruppo apparirà per auto promozione personale». Perché in questo caso l’obiettivo è solo quello di «parlare della Gallarate dei nostri padri, della nostra e di quella dei nostri figli». Più o meno imbruttiti che siano.