Busto, la rotonda della discordia

«La rotatoria in zona industriale è un’altra incompiuta?». Se lo chiede , consigliere comunale di Sel, che ha depositato un’interrogazione per sapere a che punto sono i lavori per la costruzione della rotatoria all’incrocio tra viale delle Industrie e via Stefano Ferrario, nel bel mezzo della cittadella produttiva di Sacconago.

Il cantiere, avviato lo scorso 30 marzo, avrebbe dovuto essere completato, in una prima ipotesi, entro il 30 maggio, «poi però il cartello apposto all’esterno del cantiere è stato maldestramente corretto con la data del 30 giugno», come fa notare Cirigliano, che a questo punto chiede agli assessori e «perché la strada a distanza di più di un mese non è stata riaperta e di conseguenza per quali motivi la rotonda non è stata ancora terminata e quando si pensa che la stessa possa essere completata».

Ora anche il 30 giugno è passato, ma le transenne arancioni sono ancora lì al loro posto, e della chiusura del cantiere non c’è l’ombra, visto che i lavori sono visibilmente lasciati a metà. «Nelle scorse settimane – racconta il consigliere di sinistra – ho ricevuto diverse segnalazioni sul fatto che il cantiere era apparentemente vuoto, senza che nessuno ci lavorasse. Ieri sono passato lì ancora una volta a verificare e in realtà ho visto degli operai all’interno del cantiere.

Però credo che l’amministrazione abbia il dovere di dire come stanno le cose, con la massima trasparenza, e di ammettere se ci sono complicazioni e se i tempi per la consegna dell’opera si allungheranno rispetto alle previsioni». In una passata riunione di commissione, su sollecitazione dello stesso esponente di Sel, era infatti trapelato che erano sorti alcuni problemi sul cantiere, che avrebbero potuto così far slittare i termini di completamento dei lavori.

Ora però Cirigliano chiede che l’amministrazione si esprima con una parola ufficiale in Consiglio comunale, visto che «la strada è chiusa da più di tre mesi, creando comunque un effettivo disagio per chi attraversa la zona industriale».

La risposta verrà data in aula esagonale, visto che ieri i due assessori non hanno fornito indicazioni specifiche. Del resto, in fatto di incompiute, Busto è capitale: dal palaghiaccio di Beata Giuliana alla caserma-fantasma dell’Arma dei Carabinieri di via Bellini, fino all’ex calzaturificio Borri, gli esempi si sprecano.

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