Castiglioni, Davide ritorna libero E per Gianfranco maglie più larghe

Affaire Castiglioni: Davide, il figlio minore del patron, torna libero. Accolta dal giudice per le indagini preliminari di Varese Giuseppe Battarino, la richiesta di revoca del divieto di interloquire con terzi per Gianfranco Castiglioni.

«Decisione equilibrata – ha brevemente commentato , legale di Castiglioni senior – Il giudice ha compreso la necessità di accogliere la nostra istanza».

Castiglioni, che resterà comunque agli arresti domiciliari, potrà da oggi parlare con gli avvocati civilisti che stanno seguendo l’intricata questione giudiziaria intervenuta dopo la decisione del tribunale di Varese di respingere la richiesta di amministrazione straordinaria per le undici aziende che compongono il gruppo Casti. La famiglia Castiglioni farà ricorso: «Si sta già muovendo in questa direzione», conferma Cicorella, mentre il pressing politico e sindacale sul ministero per lo Sviluppo Economico dovrebbe portare il ministero stesso a fare altrettanto.

Sul piatto ci sono 580 posti di lavoro: di cui 420 in Lombardia, la maggior parte dei quali in provincia di Varese.

Investito il patrimonio

ha investito il suo intero patrimonio personale e familiare per salvare le proprie aziende: beni mobili e immobili sono stati tutti investiti per la Marzano.

E se l’ex patron della Pallacanestro Varese non rilasci dichiarazioni pubbliche, persone a lui vicino sono certe: «Farà tutto ciò che è in suo potere per salvare aziende e soprattutto per salvare i posti di lavoro». Al lavoro ci sarebbe già un “pool” di avvocati milanesi che stanno vagliando la sentenza varesina di rigetto. Parliamo di numeri, in sintesi.

L’azienda Castiglioni di Cavaria, che impiega 230 dipendenti ed è produttiva (lavora, ha clienti importanti e ottime commesse) è stata affittata a terzi: un affitto di ramo d’azienda dopo il fallimento del gruppo decretato dal tribunale di Varese. Una mossa per salvare un gioiello e i suoi lavoratori.

La soglia dei 500 dipendenti

Ma è questo passo a far uscire la ditta di Cavaria dai parametri della Marzano. E senza quei 230 lavoratori l’intero gruppo scende, di pochissimo, sotto la soglia dei 500 dipendenti fissati dalla norma per avere accesso all’amministrazione straordinaria.

Si tratta di trovare un punto d’accordo in questo senso. Un lavoro complesso sul quale, però, Castiglioni parrebbe non voler cedere di un millimetro: farà tutto il possibile. Ha già messo a disposizione tutto il suo capitale, ora lavorerà fianco a fianco con gli avvocati per arrivare al traguardo. Sul fronte penale, invece, la situazione per ora parrebbe di stallo.

L’indagine avviata dalla procura di Spoleto che ha portato lo scorso 13 giugno all’arresto di Castiglioni padre e figlio accusati di aver commesso in concorso una frode fiscale da 63 milioni di euro, è stata trasferita a Varese.

Il fascicolo è stato assegnato al pubblico ministero ; il trasferimento è avvenuto per ragioni “territoriali”: la sede della holding a capo del CastiGroup è infatti a Varese. L’indagine non è chiusa: gli accertamenti sarebbero ancora in corso.

Non soltanto sui conti delle acciaierie spoletine, ma anche sulle attività lombarde e varesine del gruppo.

Per ora Gianfranco Castiglioni parrebbe avere una sola preoccupazione: salvare le sue attività e più di 500 posti di lavoro.

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