Choc cutting a Varese Mi taglio e la foto va online

Anche a Varese è arrivato il “cutting”. Una “moda” pericolosa, che consiste nel tagliarsi le braccia e le gambe per dare voce a un disagio interiore.

Le ferite, spesso, vengono fotografate e messe online, scatenando una corsa a chi soffre di più. I primi a parlare coraggiosamente di cutting – nome con cui è stato ribattezzato l’autolesionismo dagli psicologi – sono stati i ragazzi dell’Enaip nella mostra “Questa cactus di adolescenza”. Tra i “mali dei 15 anni”, insieme a “odio”, “bevo”, “subisco”, c’era anche “mi taglio”. La motivazione? «Mi taglio perché non mi sento accettato».

«Aver inserito l’autolesionismo tra i problemi più sentiti dell’adolescenza ha stupito anche me – commenta , referente dell’area adolescenti dell’istituto Enaip – Si tratta sicuramente di una pratica nascosta, da non urlare ai quattro venti. Non avevo neppure mai avuto notizia di casi evidenti in Enaip. Apriremo il dialogo con i ragazzi per vederci più chiaro, perché devono essere i giovani a farci capire cosa porta a questo».

Che il fenomeno stia prendendo una piega sempre più grande lo dicono anche i ritrovamenti di lamette, per esempio nelle ferrovie Nord. Che i giovani si incidano la pelle mentre aspettano il treno, dopo la scuola? Che lo facciano davanti agli amici? Sicuramente filmati espliciti di tagli si trovano in rete, su youtube, registrati in tutte le lingue.

Nelle immagini si vedono ragazze che impugnano lamette e che si feriscono braccia e gambe, spesso intercalando il sangue con le espressioni spaventate dell’amica o con frasi che sintetizzano i motivi che portano al farsi del male (spesso si fa cenno al bullismo o all’abbandono).

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