Cnr e Asl salvano la salute del lago «Nessun pericolo per i cittadini»

«Allarmismo eccessivo. Anche i primi dati arrivati dal Cnr in merito rivelano esiti negativi per quanto concerne i livelli di tossicità dei cianobatteri».

Con queste parole la direzione dell’Asl di Varese commenta il tamtam scatenatosi nelle ultime settimane in merito alla formazione algale creatasi nel lago di Varese, accompagnata in alcuni tratti dalla presenza di schiume.

Nei prossimi giorni l’Asl di Varese renderà pubblici i risultati delle analisi svolte dal Cnr che, nei giorni scorsi, in una nota ha fatto sapere che sarebbe meglio «evitare i contatti diretti e prolungati con l’acqua del lago dove il fenomeno è visivamente accertabile. Non solo la balneazione, ma anche attività ricreative come il canottaggio sarebbero da evitare, poiché le tossine possono essere facilmente inalate con l’aerosol che si produce agitando la superficie dell’acqua».

Questa nota sarebbe stata divulgata in via precauzionale. Nei giorni scorsi, l’Asl ha eseguito i controlli analitici di natura tossicologica e microbiologica.

Questi controlli hanno messo in evidenza una significativa presenza di cianobatteri: alghe potenzialmente tossiche. Ed è proprio il termine “potenzialmente” ha fare la differenza.

Perché «i risultati sino ad oggi ottenuti non indicano un livello di tossine algale pericolose per la salute umana». Ma anche le indagini microbiologiche per la ricerca di inquinamenti di natura fecale «non hanno evidenziato il superamento dei limiti previsti dalla normativa». Si tratta, è bene specificarlo, di valori legati alla balneabilità.

La particolarità di queste alghe sta nel fatto che il livello di tossicità può variare a seconda dell’ossigeno, del clima e di altri fattori.

Quest’anno le particolari condizioni meteo costituite da vento e forti precipitazioni hanno portato a galla queste alghe e di fatto posticipato il periodo di fioritura.

A questo si sono aggiunti alti livelli di “nutrienti” che hanno scatenato il “boom”, l’esplosione di chiazze e melma che ha ammorbato tutto il lago.

Gli esperti dell’Asl, inoltre, sottolineano che questi cianobatteri oramai fanno parte dell’ecosistema lacustre

Proprio in via precauzionale, nonostante i livelli di tossicità non risultino pericolosi per l’uomo, l’Asl ha chiesto ai Comuni riviareschi del lago di Varese un’adeguata informazione al pubblico attraverso l’affissione di cartelli.

Indicazione seguita non solo dal comune di Bardello, ma ieri anche da quello di Varese. Questo perché a seconda delle concentrazioni di cianobatteri, le tossine sprigionate possono comunque causare disturbi fisici, a seconda delle vie di esposizione: dermatiti, irritazione oculare e delle vie aree, fenomeni gastroenterici (nausea, vomito diarrea), difficoltà respiratorie cefalea e febbre.

«In particolare – continuano dall’Asl – il rischio può essere correlato a esposizione per contatto diretto, inalazione di materiale aerosolizzato (specie in soggetti allergici), ingestione involontaria di acqua contaminata. Per evitare questi disturbi è consigliabile evitare contatti diretti e prolungati con l’acqua del lago in zone con fioriture legali visivamente accertabili».

L’Asl assicura una attenta sorveglianza del fenomeno e una stretta collaborazione con gli uffici competenti per la gestione del problema.

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