Coca e sballo nel cuore del centro

Vans, Nike, Burton, Giorgio Armani, piercing e tatuaggi. Questo è l’identikit di chi nelle notti del fine settimana frequenta il comparto che va dal parcheggio di piazza Ragazzi del ’99 al tunnel che collega la piazza con via Carrobbio. Una zona da tempo nel mirino per schiamazzi e degrado, negli ultimi giorni diventata famigerata per i continui incendi appiccati da un misterioso piromane ancora senza nome.

Non toccategli la notte. Ogni notte. Ma soprattutto quella del venerdì e del sabato. Sono le più attese in ogni momento dell’anno, ma in estate ancora di più. Ritrovarsi e divertirsi, ballare e sballare fino alle luci dell’alba, sino alla mattina. Perché la notte del popolo di piazza Ragazzi del ’99 è prolungata negli orari, sterminata nelle emozioni, sconfinata nelle destinazioni. I ragazzi che popolano la piazza sono per lo più teen ager, la maggior parte giovanissimi con un’età compresa tra i 15 e i 20 anni. Venerdì notte ci siamo mischiati a loro per capire cosa realmente accade nella zona quando calano le tenebre.

A due passi dalla “Varese bene” di piazza Monte Grappa e di piazza Carducci, c’è questo angolo appartato, lontano da occhi indiscreti: un ottimo rifugio per chi cerca un bivacco selvaggio. In realtà anche i frequentatori di questa zona fanno parte della “Varese bene”, lo dimostrano i vestiti e le scarpe griffate, gli iPhone perennemente alla portata di mano e l’abbondante disponibilità economica che permette loro di non farsi mai mancare una birra, una canna, una botta di cocaina e una bustina di Mdma. La galleria si trasforma in queste serate, lì non ci sono videocamere di sorveglianza. Così è lì che il branco, composto da ragazzini italiani e stranieri e da molti cani lasciati liberi di gironzolare senza guinzaglio, si raduna.

Nonostante non sia uno spazio chiuso, se lo si percorre, la sensazione è quella di camminare all’interno di un grande bong: si formano, infatti, tanti gruppetti di giovanissimi dagli occhi lucidi e arrossati che interagiscono tutti tra di loro, scambiandosi canne, “beveroni” (nel gergo si intendono bottigliette d’acqua all’interno delle quali è disciolto l’Mdma, principio attivo dell’ecstasy) e pacche sulle spalle. Tra questi anche un gruppetto di ventenni di origine marocchina e nigeriana che risultano molto popolari: loro sono i “pr” della situazione, si atteggiano come se fossero i “gangster” della piazza elargendo bustine di marijuana, e “caramelline” contenenti polveri bianche, incuranti del fatto che qualcuno potrebbe notare i loro movimenti: tanto gli “adulti” sanno che nelle notti del fine settimana quella è un’area off limits. In quella zona l’economia della notte non è in crisi. Ma è fuori controllo.

Una volta acquistata la bustina di cocaina, tutti in macchina, rigorosamente parcheggiata in piazza Ragazzi del ’99 per una sniffatina di gruppo: poi, come se nulla fosse si ritorna nel branco per un’altra birretta e un paio di tiri di canna. Passata l’una di notte, e una volta carichi, molti di loro si organizzano in macchinate alla volta della discoteca: la movida varesina del popolo sballato trasloca per ridarsi appuntamento alla sera successiva. Stessa storia, stesso posto, stesso bar.

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