Dalla puzza di fumo all’erba che cresce L’ippodromo double-face vuol correre

La palazzina dell’Ippodromo in cui due mesi fa è divampato il rogo, non è stata ancora messa a posto, i muri sono neri e si sente puzza di bruciato. Di contro, la pista d’erba è già pronta per le corse e i cavalli si stanno allenando a pieno regime.

La pista quindi c’è, ma gli spazi per il pubblico versano in stato di degrado. Gli intonaci si sgretolano, le macchinette per conteggiare le vincite sono alla mercé di chiunque, la pavimentazione è dissestata.

Molti locali sono sempre aperti, accessibili a chiunque giorno e notte. Come se non bastasse: il Tondino, locale che animava le serate, ha chiuso il 31 dicembre e non ha ancora riaperto.

La stagione del galoppo è alle porte: l’ippodromo di Varese, azzoppato com’è, riuscirà a partire?

«Certo, sto aspettando che il Ministero mi comunichi le date – afferma, patron della Società varesina incremento corse cavalli (la Svicc) – A luglio si corre ogni martedì e sabato, non ho nessun dubbio a riguardo. Ci hanno pagato a gennaio, quindi l’intenzione è quella di farci correre». Riguardo al degrado: «La club house non ci sarà, ma al suo posto utilizzeremo due tribune, una scoperta e una coperta. La settimana prossima faremo i controlli delle luci. Ci sono quattro persone al lavoro dal mattino alla sera. Il vero problema è che gli allenatori non danno l’elenco dei cavalli e non pagano».

Se sulle scuderie di via Galdino soffia aria di tempesta, una vera bufera si è abbattuta sulla Svicc e sul centro di allenamento di Castelverde, che “hanno rotto”.

Entrambi, sia Borghi che (imprenditore che fa parte della società che ha in gestione Castelverde, la Fondi di Gerenzano srl), si accusano di reciproche scorrettezze.

«Non hanno mantenuto gli impegni – dice Borghi, riferendosi alla Fondi di Gerenzano – Avrebbero dovuto mettere tutto a posto per il 31 dicembre e invece non è stato così, e questo sebbene gli avessimo concesso un anno extra. Mancano ancora la sistemazione delle camerette e luce e gas. Sono in debito di un importo pari a 170mila euro, cosa che ha creato problemi che la metà bastano». «Ho dato lo sfratto alla Varesina in quanto inquilino moroso che non rispetta i patti – afferma Milanese – Noi abbiamo fatto tutto quello che c’era da fare. I lavori pattuiti sono stati eseguiti».

Lo sfratto è già stato notificato: cosa che di fatto fa tramontare il mito del centro di allenamento di Castelverde, «l’isola felice» che avrebbe dovuto accogliere i cavalli delle scuderie di via Galdino. Che la Varesina sia in difficoltà economiche non è un segreto. Ma tutta questa burrasca – che si abbatte su un settore già martoriato qual è quello dell’ippica – non avrà davvero alcuna ripercussione sulla stagione di galoppo a Varese?

Se lo chiede anche , capogruppo del Pd in consiglio comunale, che il 15 maggio ha presentato sul tema un’interrogazione: «Cosa ha intenzione di fare l’amministrazione comunale qualora la Svicc non fosse in grado di assicurare né la stagione di trotto né quella di galoppo?».

E ancora: «Il trisettimanale Trotto&Turf ha recentemente pubblicato articoli secondo i quali il comune di Milano avrebbe programmato il ritorno dell’ippodromo di San Siro, accordandosi con la Snai per il mantenimento del trotto nel capoluogo lombardo. Ciò significa, per caso, che l’eventualità del trasferimento del trotto da Milano a Varese sia, definitivamente, tramontata?».

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