Deruba la senatrice D’Adda, ma trova più carte che soldi

Un ladro ha sgraffignato lo zaino della parlamentare Dem a Milano. «Libri e appunti sulla legge di stabilità. Se li rende gli offro la pizza»

– La senatrice derubata in stazione centrale: una “mano lesta” al bar le porta via lo zainetto con tutti i documenti della legge di stabilità. «Povero ladro, con una senatrice bustocca gli è andata male. Non c’erano dentro nemmeno i soldi per un caffè». È successo ieri mattina in stazione Centrale a Milano: Erica D’Adda, con il marito , si era fermata al bistrot per fare colazione, in attesa del Frecciarossa che l’avrebbe portata a Roma dove l’attendeva l’inizio della settimana di lavori parlamentari a Palazzo Madama.

Lo zaino, «nero e anonimo, di scarso valore, ma pesantissimo», era appoggiato dietro al trolley della senatrice del Pd. È quello che Erica D’Adda porta sempre con sé per tenere i documenti parlamentari. «C’era dentro tutto il faldone della legge di stabilità, con gli appunti e una serie di documenti acquisiti in commissione, oltre ad alcuni libri che mi ero procurata per studiarmi la questione del mobbing», racconta la senatrice. Il ladro si è avvicinato ed è

bastato un attimo di distrazione per consentirgli di portar via lo zainetto, da abile borseggiatore. «In realtà – aggiunge D’Adda – Angelo se ne è accorto quasi subito e ha provato a inseguire il ladro, ma nella calca questi è scappato via dileguandosi in fretta. Doveva essere ben piazzato, perché lo zaino era davvero pesante e io facevo sempre fatica a trascinarmelo dietro…». Di certo il “colpo” non avrà pienamente soddisfatto il malvivente: a parte qualche chilo di scartoffie e di libri, nello zaino c’era solo un lettore di ebook, «del valore più affettivo che altro, visto che era un regalo di mio marito», e il tesserino di riconoscimento del Senato, ma neanche un euro.

«È stato più il fastidio per le varie denunce che non il danno effettivo» ammette la senatrice D’Adda, che racconta di aver trovato «un’efficientissima Polizia ferroviaria» in stazione: «Ho fatto la mia fila senza rivendicare il mio ruolo di parlamentare, se non quando, inevitabilmente, ho denunciato il furto del tesserino del Senato – precisa D’Adda, perché in tempi di antipolitica non si sa mai – Sono stati così veloci e puntuali che sono riuscita anche a non perdere il treno, anche perché… era in ritardo di cinque minuti». Racconta l’avventura con il sorriso: «Mi spiace per il ladro, ma con una senatrice bustocca, proverbialmente un po’ tirchia, come la sottoscritta, che gira con più documenti che contanti, non gli è andata proprio bene. Non so se gradirà i documenti sulla finanziaria o se avrò alimentato ulteriore odio nei confronti della politica, perché nemmeno un caffè si è potuto bere. Ma se mi restituisce il maltolto, gli offro una pizza».