Ex Borri, passi avanti in consiglio Si comincia sistemando la facciata

Votato il piano di recupero, ora le trattative col privato. In progetto aree commerciali. Ma non tutti apprezzano. Rossi: «Quel comparto è strategico, il Comune non lo sa»

– Ex Borri, in consiglio comunale il primo passo verso il recupero. «Con l’ok al piano attuativo, subito la ristrutturazione della parte frontale su viale Duca d’Aosta e la pulizia dell’intera area». E il sindaco riapre al «sogno» di ospitare la collezione Merlini.
Qualche scintilla in sala esagonale prima del via libera alla definizione del piano di recupero per l’ex Calzaturificio Borri, il complesso di archeologia industriale che da 14 anni, quando fu acquisito dal Comune, attende una ristrutturazione e una destinazione.

È il primo tassello, esclusivamente tecnico, per arrivare all’accordo con il privato che potrebbe finalmente sbloccare il comparto, e che dovrà essere approvato in giunta. «Ma diteci dove si vuole arrivare» polemizza (Pd), mentre (Manifattura) ricorda che «sono 14 anni che non si decide».
Il quadro lo delinea il vicesindaco e assessore all’Urbanistica : «Ad oggi il privato detiene un titolo edilizio già valido ed efficace, ottenuto con il piano casa e su cui ha già

versato gli oneri di urbanizzazione, per la trasformazione a terziario della parte di sua proprietà».
Qui è previsto l’insediamento di una media struttura di vendita (si parla di un marchio della grande distribuzione tra i più noti) per una superficie massima di 2.500 metri quadrati. La negoziazione tra pubblico e privato potrebbe innescare il primo step del recupero: «C’è già l’ok della sovrintendenza alla ristrutturazione della parte frontale, che si affaccia su viale Duca d’Aosta, e alla pulizia dell’intera area, che contiene anche eternit – spiega Reguzzoni – Questa parte storica sarà utilizzabile, per spazi espositivi al piano superiore e uffici al piano inferiore. Poi si dovranno cercare finanziamenti per le ulteriori funzioni pubbliche da inserire».
Si parla di una “città del bambino”, di un istituto di formazione «internazionale» dalla scuola materna al post-diploma.

Ma Farioli non nasconde che nutre ancora speranze per il suo «sogno» di inizio del secondo mandato, ovvero uno spazio per l’educazione all’arte attorno alle opere del ‘900 della collezione Merlini, che il commercialista bustocco aveva offerto al Comune.
«Piuttosto che le terme – ricorda Farioli, riferendosi ad uno dei progetti che circolavano – imposi la partecipazione, ma Agesp scelse di non fare un vero concorso di idee».
Tutti convinti? Non proprio. «Sono preoccupato, il Borri è un’area strategica per la città – sottolinea il sette volte sindaco , che ha votato contro – Il privato se ne è reso conto, l’amministrazione no. Al di là di vaghi propositi, non ho sentito un progetto vero e proprio di valorizzazione».