Gallarate è la “città dei due sushi”

Fioriscono le aperture degli “all you can eat”, con la cucina giapponese e orientale a farla da padrone. Ce ne sono già cinque, diventeranno sette a breve. Ma i ristoranti italiani non vogliono lasciare la scena

I Due Galli capitale dell’all you can eat: cinque già aperti, due prossimi a farlo. E tutti dedicati alla cucina orientale, con quella giapponese a farla da padrona. Si modifica così la geografia della ristorazione in città. È sempre più diffusa, insomma, la scelta di abbandonare i menù alla carta: che siano a buffet o ad ordinazione, piacciono i ristoranti in cui l’unico limite è rappresentato dalla “capienza” del proprio stomaco.

Oltre che dal buon senso, visto che il cibo avanzato viene fatto pagare come se fosse stato ordinato dal menù. Fatto sta che i gallaratesi sembrano gradire questa soluzione, tanto che sono sempre più i ristoranti ad aver scelto di introdurre questa formula. Come detto, quasi tutti dedicati alla cucina orientale. E quasi tutti gestiti da stranieri. Uno dei primi ad aprire, circa un paio d’anni fa, è stato The Wok, più di 500 coperti in fondo alla zona commerciale di viale Milano,

dove si mischiano la tradizione italiana con quella orientale, giapponese e cinese in particolare. A mescolare le ricette è anche Yamakawa, in corso Cristoforo Colombo. Qui è possibile assaggiare, nella stessa cena, la pasta italiana, il sushi giapponese ed il churrasco brasiliano, sia servendosi al buffet che ordinando alla carta. Ma sempre con la formula del “mangia finché puoi”. Poco più a nord ecco Edo, aperto nei locali fino a poco fa occupati da una pizzeria che ha cambiato sede. Anche qui si mescolano la cucina del Sol Levante con quella della Repubblica popolare e si può ordinare a prezzo fisso fino a che non si ha la pancia piena. Solo ricette giapponesi, invece, allo Hiro. Si tratta di un ristorante aperto da qualche mese a Crenna, in via Monte San Martino. Ma per capire come la strada verso l’all you can eat sia tracciata, bisogna guardare al Giada di via Carlo Noé. Si tratta del più antico ristorante cinese della città di Gallarate, il quale però ha dovuto recentemente adeguarsi alla moda. Agli involtini primavera nel menù si sono affiancati maki e sashimi. E, manco a dirlo, sulla prima pagina è scritto “All you can eat”. E non è mica finita qui. Un altro ristorante che ha deciso di attirare i clienti scegliendo questa formula si trova in via Pegoraro. O meglio, si troverà. Per ora c’è soltanto un cartello che annuncia l’imminente apertura in quello che una volta si chiamava PizzAlfa, storico ristorante pizzeria della Cascinetta che ha chiuso i battenti nella scorsa primavera.

E poi c’è un ristorante che promette di mescolare la cucina cinese e giapponese con quella indiana e thailandese. Un inno alla tradizione gastronomica d’Oriente che dovrebbe aprire in via Vespucci, nella vecchia sede di Ascom-Confcommercio. Condizionale più che d’obbligo, però, visto che è da qualche anno che un cartello annuncia un’apertura che però ad oggi non è ancora arrivata. Forse anche perché all you can eat non è necessariamente la formula del successo. Basta pensare al caso del Drago d’oro in via Baracca, allo Sciarè. Nato come ristorante cinese, convertitosi nel tempo alla formula del “mangia fin che vuoi” e ora chiuso, in attesa di essere trasformato in un ristorante italiano. Così come non è detto che per avere successo a Gallarate ci si debba adeguare alla moda. Perché negli ultimi tempi hanno aperto anche realtà molto diverse: dal pesce della “premiata ditta” Gattuso-Bianchi, alle hamburgerie che hanno trovato spazio in via Pegoraro e in via San Giovanni Bosco, solo per citarne alcune. Anche se quella dell’all you can eat sembra essere, al momento, la principale tendenza della ristorazione in città.