I suoi compagni in lacrime «Difficile stare senza Gabriele»

Sognava di trasferirsi in America, studiava meccanica ed era amato da tutti i compagni di scuola. Gabriele Covino ha lasciato un vuoto incolmabile all’Istituto tecnico industriale di Varese dove frequentava la quarta, con indirizzo Meccanica, Meccatr

– Ieri mattina i compagni sono stati accolti dalla direttrice scolastica, la professoressa , che ha spiegato loro cos’era accaduto a Gabriele.« Erano già tutti informati – spiega la preside – ma hanno voluto essere presenti a scuola proprio per stare insieme e condividere il dolore. Non sarà facile per loro metabolizzare la tragedia, sono in un’età particolare e Gabriele era davvero un bravo ragazzo».
Un alunno modello, di quelli che non creano mai problemi,

«se non qualche ritardo al mattino – ricorda la dirigente – Io lo riprendevo e lui mi diceva, con un sorriso che lasciava poco spazio all’arrabbiatura, che aveva trovato traffico». Arrivava in sella alla sua moto, la sua grande passione insieme alla meccanica.
«La sua materia preferita era la tecnologia meccanica, aveva i voti più alti – sottolinea – Anche nelle altre materie aveva un ottimo punteggio ». A giugno avrebbe finito la scuola senza neanche un debito formativo da recuperare.
«Nono posso proprio dire niente su di lui, anzi, vorrei avere più alunni così. Ne ho un ricordo bellissimo». Ed è proprio perché Gabriele era un ragazzo modello che è ancora più difficile farsi una ragione della sua scomparsa.
«Non aveva mai avuto problemi con nessuno e andava d’accordo con tutti. Gli piaceva scherzare e andava bene a scuola».
Non riescono neanche a parlare i suoi compagni di classe, sconvolti e tristi davanti a quel posto lasciato vuoto da Gabriele. «Voleva finire la scuola e andare a vivere in Canada – dicono – Non ci possiamo credere che non ci sia più».
E invece Gabriele se n’è andato per sempre. In una domenica di novembre, in sella alla sua Ktm, di ritorno da un pomeriggio passato in compagnia degli amici a divertirsi. «Ho chiesto ai ragazzi di fare qualcosa per ricordarlo – aggiunge la professoressa Vay – Capisco che esternare a parole quello che sentono sia difficile per loro, un po’ per il dolore e un po’ per la delicata fase di sviluppo che stanno attraversando. Per cui li ho spronati a fare qualcosa di concreto per ricordarlo come vogliono».
La scuola, da parte sua, organizzerà presto una commemorazione: «Stiamo pensando ad un’iniziativa o ad un concorso, ma adesso è ancora presto, dobbiamo prima metabolizzare quanto è accaduto».
Intanto ieri mattina tutte le classi hanno osservato un minuto di silenzio in ricordo di Gabriele. Un angelo dai capelli biondi e gli occhi azzurri che veglierà sempre su di loro.