“Il Fare” acquistato dai cinesi? A Gallarate scoppia la rivolta

Preoccupano le voci di un interessamento dall’Oriente per l’ex centro commerciale. L’assessore Protasoni: «Niente di concreto, ma se arrivasse un’offerta sarà valutata»

– “Il Fare” ai cinesi? Scatta la rivolta sul web. E c’è chi propone di abbattere l’ex centro commerciale: «È un mostro di cemento». Ma con la variante del Pgt potrebbero emergere nuove idee per il futuro della struttura.
Da giorni fa discutere sui social network il futuro dell’ex centro commerciale “Il Fare”, inaugurato nel 2007 sulle ceneri dell’ex Borgomaneri, chiuso dopo un paio d’anni e da allora in stato di abbandono. La scorsa estate, dopo la dichiarazione di fallimento della società Immobiliare Nuova Venegoni, proprietaria dello stabile, il curatore fallimentare in cerca di compratori per l’area: la sua cessione servirà a ripianare i 42 milioni di euro di debiti accumulati dalla società per via del fallimento dell’operazione “Il Fare”.

Il fatto che tra i potenziali acquirenti possa esserci un gruppo cinese intenzionato a realizzare un centro commerciale low cost, ha suscitato la rivolta della rete. Tra chi invoca lo “stop” ai cinesi c’è anche chi propone soluzioni drastiche: «Meglio abbatterlo, è un mostro di cemento che fa schifo». Del resto già a Castellanza l’ex Esselunga sul Sempione, dopo anni di abbandono e di progetti mai decollati, è stata rilevata da un centro commerciale cinese, che vi ha impiantato dei negozi di abbigliamento low cost e un ristorante “wok”. «Se arrivasse un compratore, che sia cinese, indiano o di Cardano al Campo, e si attenesse alle concessioni date a suo tempo, in Comune non potremmo fare niente. Siamo in un Paese civile e i diritti sono uguali per tutti» commenta l’assessore alle attività produttive
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Però siamo ancora alle voci. Allo stato attuale non ci sarebbe nulla di concreto per il futuro della struttura, anche se finora, rivela l’assessore, che con il distretto del commercio ha promosso “Il Fare” ai potenziali investitori al Mapic di Cannes, «tutti gli operatori potenzialmente interessati all’acquisto che mi hanno contattato, hanno soprattutto evidenziato il problema dei parcheggio multipiano. Oggi qualsiasi grande o media struttura di vendita tende ad avere almeno una parte del parcheggio a piano terra e ben visibile per superare la “resistenza

psicologica” del cliente ad usare un parcheggio interrato o sopraelevato». Come dire, difficile che qualcuno possa investire su una struttura nata già vecchia. Quale futuro, dunque? «Oggi il Pgt prevede una destinazione commerciale analoga a quella preesistente, ovvero media struttura e piccoli negozi» fa notare l’assessore Protasoni. Ma una via d’uscita c’è: «Dal 7 gennaio chi avesse idee diverse, intelligenti e realizzabili può presentare osservazioni al Comune entro 90 giorni». Con la variante non è detto che non possano emergere idee alternative per rilanciare l’ex centro commerciale.