Il mistero della Cripta arriva a Sant’Agostino

Grandi novità in vista per il Santuario di Santa Maria del Monte. Il pellegrino, entrando nella cripta romanica, risorse economiche permettendo, rimarrà in bilico tra due dimensioni. Prima si troverà su un pavimento scuro, pensato per far risaltare gli affreschi murari.

Poi, a un certo punto, il pavimento – realizzato con cristalli a opacizzazione controllata – diventerà trasparente. Sotto il visitatore si apriranno secoli e secoli di storia, in un viaggio che lo porterà fino alle radici della fede.

Questo fantastica esperienza sarà accessibile quando i lavori nella cripta di Santa Maria del Monte saranno ultimati, ovvero per la prossima primavera per gli ottimisti.

E comunque prima della fine di Expo per i pessimisti.

Lo sguardo del visitatore, grazie alla speciale pavimentazione, indagherà dall’alto in basso gli scavi archeologici.

Scavi che sono ancora in corso e che potrebbero confermare l’ipotesi dell’esistenza di una primitiva chiesa eretta nel IV secolo all’epoca di Sant’Ambrogio.

Cosa che potrebbe avvalorare quell’antica leggenda che narra che nell’abside della chiesa originaria – quella che si trova sotto l’attuale santuario – ci fosse proprio l’altare di Sant’Ambrogio, si dice il primo della storia del cristianesimo.

«Chiariamo, non abbiamo trovato l’altare, ma abbiamo fatto importanti scoperte che confermano l’antichissima origine del sito – dice, soprintendente archeologico della Lombardia – Stiamo indagando i vani sottostanti l’esedra del presbiterio e la navata del santuario».

«Abbiamo trovato reperti lapidei, tegole portate lì da siti pagani del circondario, tutte cose che dovranno essere studiate. Ma non è di poco interesse rilevare come tutti gli edifici di culto di Santa Maria, nonostante gli ampliamenti e le trasformazioni intervenute, abbiano fondato il proprio altare sull’area della precedente mensa liturgica».

L’accesso a gruppi di otto

La pavimentazione di cristallo è allo studio dell’architetto , direttore dei lavori: «Non mi vengono in mente esempi simili realizzati altrove – dice – Sicuramente un intervento del genere, che per ora è ancora in fase di progettazione, catalizzerà al Sacro Monte centinaia di turisti in più di quelli che vengono abitualmente e che si dimostrano sempre molto interessati alla cripta».

I turisti non potranno entrare nella cripta soli, ma dovranno essere accompagnati da una guida, a gruppi di otto.

Probabilmente un nastro registrato spiegherà, turno dopo turno, l’interessante storia del sito. Si accederebbe all’interno della cripta con lo stesso biglietto del Museo Baroffio.

Adesso mancano ancora due o tre settimane di lavori, durante le quali gli archeologi cercheranno di ricostruire la storia dell’area, sperando di trovare un legame che unisca i reperti trovati. Poi dovrà essere progettata tutta l’impiantistica e la struttura di rinforzo sotto l’altare.

Successivamente si penserà all’apertura al pubblico.

Quello che è certo è che i «sotterranei» del santuario si aprono come matrioske. In ognuno c’è una sorpresa. «Ci aspettavamo qualcosa del genere essendo il sito molto antico, ma non pensavamo di imbatterci in così tante scoperte» dice Grassi.

Ancora da indagare, nello specifico, è quello che si pensa essere un piccolo edificio di culto circoscritto da un muro circolare, “svelato” dalla presenza di graffiti del 400. È stata una croce che ricorda l’oreficeria tardo gotica a indicare, seppure cripticamente, all’archeologo Roberto Mella, famoso per le intuizioni, la presenza di un luogo di culto.

Interessante anche la casualità che ha dato il via ai lavori di scavo. «L’obiettivo era installare un impianto per climatizzare l’area e per conservare gli affreschi – spiega l’architetto – Ma, una volta che si è iniziato a scavare per far passare le condotte dell’aria, sono spuntati i rinvenimenti archeologici».

Riaprire la cripta al pubblico è da sempre un progetto della Curia. Ma in questo caso sembra che il passato abbia voluto riemergere con forza, per raccontare qualcosa della nostra storia che altrimenti, forse, non si sarebbe iniziato a cercare.

Adesso non resta che attendere, nella speranza che si trovino (oltre i reperti) anche le risorse finanziarie necessarie per portare a conclusione il progetto.

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