Isabel, compagni senza pace «Potevamo fare di più per lei»

«Potevamo fare di più». Non si danno pace gli amici e i compagni di Isabel Gianoncelli, la 17enne scomparsa da casa lo scorso 25 maggio e ritrovata senza vita mercoledì nei boschi di Caldana.

Intanto c’è un piccolo giallo intorno alla sua morte: riguarda la somma di denaro che Isabel avrebbe avuto con sé, ma che non sarebbe stata ritrovata sul corpo.

In uno degli appelli lanciati da mamma Birgit si faceva cenno alla disponibilità economica di Isabel, ipotizzando una sua fuga all’estero. Si parlava di circa 200-300 euro che la ragazza avrebbe portato con sé dentro lo zainetto blu della Scuola Europea: ma la somma ritrovata dai carabinieri sarebbe inferiore ai 50 euro. Un ammanco, ancora da verificare, che però lascia presupporre che Isabel non abbia compiuto il gesto estremo nell’immediatezza della fuga.

Ma allora dove è stata Isabel? Dove ha speso quei soldi? Qualcuno potrebbe averla incontrata? Interrogativi a cui ancora presto per dare una risposta. Bisognerà attendere il risultato dell’autopsia per risalire con esattezza al giorno in cui Isabel ha deciso – questa è l’ipotesi al momento – di togliersi la vita.

Gli amici e i compagni intanto non si danno pace per non aver compreso la profonda sofferenza che affliggeva la ragazza. Per non aver dato il giusto peso ai suoi comportamenti schivi, al suo continuo isolarsi dal gruppo e soprattutto a quei messaggi postati sul suo profilo Facebook: sul social si susseguono i messaggi di rabbia e di sconcerto, anche di chi non la conosceva ma si è sentito coinvolto dalla tragedia. «Sempre disponibile a offrire una spalla su cui piangere a chi ne aveva bisogno – la ricordano i compagni della Scuola Europea – sempre presente per una parola di conforto e un gesto d’amore. Sapeva intuire quando qualcuno aveva bisogno d’aiuto».

C’era uno strano silenzio nel cortile dell’istituto sul colle del Montello ieri mattina. I ragazzi si muovevano quasi in punta di piedi, si guardavano increduli, senza sapere cosa dirsi. I compagni hanno svolto la penultima prova della maturità, o almeno ci hanno provato. Tutti troppo scossi per dire qualcosa. «Non ci sono parole. Solo una cosa: che riposi in pace».

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