La Cappella (forse) è salva Ma altre rischiano ancora

Danni non ingenti per il frassino che s’è abbattuto sulla “nona”. Rimane, però, il pericolo per altri alberi: «Serve più manutenzione»

– La bella notizia è che il frassino che si è abbattuto sulla nona Cappella non dovrebbe aver provocato danni superiori a qualche migliaio di euro. Ma per avere la conferma definitiva bisognerà aspettare lunedì mattina, quando sul posto arriverà una gru. Il tronco verrà quindi deposto per terra e tagliato lì, in piena sicurezza.
La brutta notizia è che di alberi pericolanti vicino alle Cappelle ce ne saranno a decine e richiedono un intervento.


Troppo pericoloso lasciarli lì senza fare nulla, anche perché cadendo ognuno di quelle piante potrebbe provocare grossi danni, sia alle persone, sia agli edifici religiosi. La Chiesa, quindi, ha intenzione di sensibilizzare i proprietari dei terreni sul problema delle piante vecchie e pericolanti, chiedendo loro di effettuare tagli e manutenzioni.
Ieri sicuramente è stata una giornata intensa per il Santuario e la via Sacra.
Al mattino si è svolto il primo sopralluogo interno all’edificio. Guardando il tronco dal basso in alto si temeva il peggio. Sparse sul terreno c’erano diverse tegole.

Una, cadendo, ha rotto il pannello della mostra su Papa Giovanni Paolo II, con le foto della visita del 1984. Le transenne messe tutto intorno alla Cappella, inoltre, facevano pensare che qualcosa di brutto potesse succedere da un momento all’altro. Cosa che preoccupava e incuriosiva i passanti, che scattavano fotografie e facevano domande.
A partire dalle 14.30, poi, sono iniziate le operazioni di rimozioni del tronco, terminate però solo con uno sfoltimento dei rami della pianta.
L’intervento avrebbe potuto essere concluso ieri, ma i tecnici – saliti con un cestello – non hanno reputato fosse il caso di sezionare l’albero sul tetto.
Troppo il rischio di provocare altri danni, che si sarebbero aggiunti a quelli che interessano le tegole del tetto e il canale di raccolta dell’acqua. La strada, ieri ancora in parte innevata, ha rallentato ancora di più le operazioni.
Il Comune ha fatto sapere che sarà il proprietario del terreno dove si trovava la pianta caduta a dover pagare l’intervento sul tetto della Cappella.
Dentro la Cappella non sarà necessario intervenire: il custode ieri ha svolto un sopralluogo nel corso del quale non sono stati riscontrati né danneggiamenti, né infiltrazioni.

Salva quindi la scena della salita di Gesù al calvario, con le sue statue particolarmente espressive e i numerosi affreschi.
«Tutta colpa di un frassino con un po’ di anni sulle spalle – spiega l’uomo incaricato da don di seguire i lavori – Era già un po’ di tempo che stavamo monitorando la situazione, con l’intento di mettere un po’ di ordine vicino alle cappelle. Sui terreni privati coinvolgeremo i proprietari, perché quando cade un albero su una Cappella i danni sono molto più ingenti di quando cade su una tettoia. Questi edifici sono arte e richiedono parecchie cure».
E ancora: «Meglio prevenire ed evitare l’emergenza, che muoversi alla fine per aggiustare i danni».
«Il monitoraggio degli alberi della zona è un progetto iniziato quattro o cinque anni fa – afferma , componente del consiglio della Fondazione Paolo VI – Dovrebbero essere di competenza dei privati. Ma questi dicono: e i soldi chi ce li da? Avevamo incaricato un geometra per effettuare un controllo, adesso accelereremo il tutto».
Il pannello della mostra sulla visita del Papa non verrà sostituito perché l’iniziativa finirà a metà febbraio. Per il resto, tutto dovrebbe tornare alla normalità la prossima settimana.