La crisi “taglia” i frontalieri dell’hard

La crisi colpisce anche i “frontalieri del sesso”: meno soldi da spendere e controlli più ferrei in Ticino, non c’è più la “dolce vita” di una volta oltreconfine. Ma gli irriducibili sperano che presto possa arrivare anche in Ticino un “super-bordello” sul modello della Carinzia.

Oltre i valichi di frontiera a caccia di una prostituta. Ma chi sono i “frontalieri del sesso”? «Innanzitutto ci sono due categorie di frontalieri», come ci spiega un irriducibile, incontrato su uno dei tanti forum su internet in cui, protetti da un nickname, si scambiano esperienze e “recensioni”.

«Sia io che dalla provincia di Varese mi sposto per cercare una prestazione a pagamento, sia diverse ragazze che dall’Italia quotidianamente attraversano la frontiera per esercitare la prostituzione».

Anche in quei postriboli non autorizzati che periodicamente vengono chiusi dalle autorità cantonali. Sul versante degli “utilizzatori finali”, come direbbe l’avvocato Niccolò Ghedini, ci sono anche tanti uomini di tutte le età e di ogni ceto sociale della provincia di Varese.

Molti si ritrovano su internet e a volte organizzano persino delle uscite collettive, spuntando sconti sulla consumazione nei locali. I più assidui si fanno chiamare “serial punter” – traducibile con “utenti seriali” – e frequentano praticamente tutte le settimane i night club del Canton Ticino. Ce ne sono attorno a Chiasso e a Lugano o anche nel Bellinzonese.

«Spendendo i 40 franchi di Vignette (il tagliandino per percorrere l’autostrada in Svizzera, ndr) sono tutti raggiungibili agevolmente – ci dice un imprenditore, padre separato, che supera spesso il valico del Gaggiolo alla ricerca di sesso – ce n’è per tutti i gusti».

L’accesso è alla portata di tutti: dieci franchi, inclusa una consumazione al bar, per entrare, oppure 20 con il buffet, mentre la prestazione nel privè, a seconda delle richieste e dei locali, va di solito dai 70 ai 120 franchi di base. Orari di apertura anche al pomeriggio, l’ideale per chi “tiene famiglia”.

«Un budget di 80-100 euro può anche bastare per una serata dignitosa – ammette la nostra “gola profonda” – senza dimenticare che facendo il pieno di benzina prima di rientrare in Italia, si risparmia qualcosa in più. Eh sì, perché la crisi la vediamo anche noi, non sono più i tempi d’oro».

In anni di crisi si riescono a spuntare anche prezzi leggermente più bassi rispetto al passato, perché il mercato in questo settore si adegua in fretta.

Ma il vero cruccio, per i “frontalieri del sesso”, sono le autorità elvetiche, per loro «bigotte», che da qualche anno stanno applicando un giro di vite sulla prostituzione nei postriboli. Diversi sono stati chiusi, alcuni poi riaperti.

Ma l’offerta rimane ancora ampia. Per il futuro, la novità attesa dai “frontalieri del sesso”, è una megastruttura sul modello di Wellcum, il super-bordello aperto lo scorso anno in Carinzia, poco oltre il confine di Tarvisio, e diventato subito un punto di riferimento per tutto il Nord-Est.

«La soluzione “oasi del sesso” – ci rivela una delle nostre “guide” – piace sia al Cantone sia al Comune di Cadenazzo. Dopo l’ok del primo, a settembre arriverà il via libera del Municipio. In due o tre anni sarà pronto». Così, poco oltre il Monte Ceneri, insieme all’Alptransit arriverà anche una casa del piacere da tre milioni di franchi di investimento.

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