La Regione ci prova «Trotto alle Bettole»

«Scriverò al ministro Martina per sapere quali sono le sue intenzioni in merito al trotto». Queste le parole dell’assessore allo Sport e Politiche per i giovani di Regione Lombardia, , in visita all’ippodromo “Le Bettole”, incontrando i vertici della società di gestione, il sindaco di Varese, , l’assessore al Marketing,, il senatore del Carroccio e, uno dei fantini più bravi in italia e residente a Laveno.

Rossi ha voluto visitare la struttura varesina per meglio comprenderne le polemiche che, negli ultimi anni, ma soprattutto negli ultimi mesi, l’hanno travolta.

«Il mio obiettivo – ha ammesso l’assessore – è conoscere da vicino il mondo dell’ippica, dopo il primo ufficiale contatto con San Siro, per affrontare, come assessorato, la situazione del settore che soffre, da troppo tempo, la crisi. Poi, voglio meglio comprendere la situazione dell’ippodromo di Varese, sottopostami inizialmente dal senatore Mura».

Quello di portare il trotto a Varese è il sogno che , presidente della società che gestisce l’impianto, insegue ormai da mesi nella speranza che questa soluzione possa salvare le sorti dell’ippica varesina. Ma tutto dipende dalle scelte che il ministero alle Politiche Agricole intende compiere: al ballottaggio ci sono l’ippodromo milanese di San Siro e Le Bettole.

«San Siro non riuscirà mai a realizzare una pista da trotto, con tribune riscaldate e illuminazione entro Expo – continua Borghi – Noi, se ci autorizzano, in tre mesi avremmo la pista a mano sinistra: abbiamo già le tribune riscaldate, l’impianto di illuminazione e basterebbe accorciare l’attuale pista. In questo modo nella stagione estiva si svolgerebbero le gare di galoppo, e durante tutto l’anno quelle di trotto: l’idea sarebbe quella di avere 30-35 giornate di gare di trotto e 21 di galoppo».

Ma il sogno di Borghi si scontra con alcune criticità. La prima riguarda San Siro, dove l’ippica ha ripreso a fiorire e l’ippodromo a vivere, tanto che il montepremi milanese ammonta a circa 500mila euro, mentre quello varesino a 44mila euro, ma è destinato ad arrivare a 37mila.

C’è poi da considerare il necessario investimento per il ripristino dell’ala bruciata dove risiedono gli uffici tecnico-amministrativi e la club house. Borghi era convinto che l’onere della ristrutturazione dell’area spettasse al Comune, o meglio che fosse coperta dall’assicurazione fatta dal Comune nei confronti dello stabile.

Ma, su sollecito del presidente della società di gestione, Fontana ha precisato che trattandosi di un incendio doloso e non colposo, l’assicurazione non prevede la copertura del danno. Per meglio precisare il concetto, il sindaco ha fatto un esempio concreto.

«È come se io affittasi una casa e questa, per responsabilità a me estranee, bruciasse. L’affittuario è tenuto a renderla nelle condizioni in cui io gliel’ho affittata».

Così Borghi si è impegnato a provvedere alla sistemazione del danno che, secondo alcuni preventivi da lui già richiesti, si aggirerebbe tra i 150 e 200mila euro. «Non credo sarà, però, possibile sistemare l’area entro l’inizio di questa stagione di corse che prenderà il via il primo di luglio con il Premio Lombardia».

A chiedere invece un tavolo condiviso con la partecipazione non solo dell’assessorato allo Sport ma anche dell’assessore regionale alle Politiche Agricole in merito alla salvezza dell’ippica è anche il direttore di Confagricoltura, .

«L’ippica non è solo sport e spettacolo. Alle spalle ci sono tante imprese che allevano i cavalli, insieme a numerosi lavoratori, e la salvaguardia del territorio».

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