L’Expo è finito ma i disagi rimangono. Pendolari furiosi: «Si rischia il lavoro»

Ritardi monstre anche senza la “scusa” della kermesse mondiale di Rho Fiera. «Genitori in difficoltà e capi al limite della sopportazione. Basta, Trenord cambi»

– I pendolari di Domodossola vogliono incontrare Trenord, quelli di Gallarate aspettano un incontro con l’assessore regionale ai Trasporti : la fine di Expo non ha cancellato i disagi per chi viaggia in treno.
Nonostante la chiusura dell’esposizione universale e la cancellazione delle fermate a Rho Fiera, ritardi e soppressioni sono rimasti all’ordine del giorno. Di ieri una lettera che il comitato Amici pendolari della tratta Domodossola-Milano ha scritto a , ad di Trenord.

Una lettera che dà atto all’azienda di aver mantenuto la promessa di sostituire i vecchi convogli con i nuovi Coradia, ma che rimarca i disagi vissuti dai viaggiatori.
Non ultimo il treno che venerdì scorso è partito con 20 minuti di ritardo e dal binario annunciato all’ultimo secondo, lasciando a terra circa 300 persone. Per questo il sodalizio guidato da chiede un incontro «per capire come si intenda riportare la linea Domodossola-Milano a livelli dignitosi».

/>Un incontro che, dopo mesi di rinvio, i pendolari del comitato Gallarate-Milano speravano di poter avere ieri con Sorte. Ma che è stato, per l’ennesima volta, rinviato. «Mi ha detto che ci riceverà tra dieci, al massimo quindici giorni. E che avrà delle buone notizie», fa sapere la consigliera regionale (Cinque Stelle), portavoce delle istanze dei viaggiatori al Pirellone.
«Ad ottobre abbiamo patito, visto che sono pendolare anche io, una situazione disastrosa: sedersi era impossibile, i treni avevano ritardi che quando andava bene si limitavano ai 20 minuti, molte corse sono state soppresse», spiega l’esponente dell’opposizione.
In gioco, aggiunge, c’è la qualità della vita delle persone. E spesso anche il posto di lavoro. «Ci sono dei viaggiatori che mi hanno detto che rischiano di perderlo: passino i piccoli ritardi, ma quando si arriva a 20 minuti o più, non c’è elasticità da parte dei datori di lavoro».

E allora «c’è chi prende il treno mezz’ora prima per arrivare in ufficio in orario. Proviamo a metterci nei panni dei genitori che prima di partire devono accompagnare i figli a scuola».
Senza dimenticare «le comunicazioni non precise, gli impianti di riscaldamento e condizionamento che non funzionano, le porte che si guastano».
Tutti disagi che Macchi spera di poter portare sul tavolo di Sorte. Un tavolo al quale saranno invitati anche i pendolari, «che stanno dimostrando grande competenza e arrivano sempre con proposte per risolvere i problemi». L’esponente grillina chiede però a Sorte di convocare anche i sindaci. E, soprattutto, i rappresentanti di Trenord.
Che intanto ha comunicato che domani è in programma uno sciopero dalle 9 alle 17. Il primo da quello del 2 giugno, che provocò grandi proteste dei pendolari per la lentezza con cui il servizio riprese al termine dell’agitazione.