L’onda del lago sulla Schiranna Esondazione? No, solo pioggia

Via al Porticciolo chiusa per gli allagamenti. Allagata la Schiranna. Allagato il parco Zanzi con il pontile finito sott’acqua. Allagati i campi al confine tra Varese e Gavirate.

A Gavirate una piscina all’aperto a due passi dal lago è stata invasa da acqua esterna. Lago di Varese sorvegliato speciale, quindi, ma non si può parlare di esondazione.

Nell’emergenza maltempo che ha caratterizzato la giornata di ieri il Comune aveva comunicato in mattinata che il lago aveva esondato in più punti.

«Il livello del lago è cresciuto di 30 centimetri in 48 ore – spiega l’assessore all’Ambiente di Varese – In alcuni punti, come alla Schiranna e al parco Zanzi il lago è fuoriuscito. Ritirandosi subito dopo, in una sorta di ondata di sfogo. Ne sono visibili ancora le tracce».

Diversa è invece la situazione per via al Porticciolo: «In quel caso – spiega , responsabile della Protezione Civile di Varese – l’allagamento non arrivava dal lago, ma dai terreni circostanti. Dopo un mese di pioggia, con il nubifragio eccezionale registrato oggi (ieri, ndr), ha reso il terreno praticamente impermeabile. Diciamo che è stata una “piena” al contrario: l’acqua dai terreni è corsa verso il lago di Varese allagando via al Porticciolo».

L’allerta per il lago resta massima: «Ma non possiamo parlare di esondazione – spiegano gli storici pescatori – Per chiarire l’accaduto usiamo i numeri. Il livello del lago è attualmente dai 25 ai 30 centimetri sopra il livello zero. Un volume d’acqua immesso in meno di 48 ore in un bacino con una superficie pari a 15 chilometri quadrati».

Quindi non estesa. Anzi. In sintesi il lago si è gonfiato a dismisura: «Un accrescimento visibile ad occhio nudo». Ed è quello l’effetto onda che è stato registrato ieri: il lago che ha sfogato in alcuni punti e poi si è ritirato. Gli allagamenti visibili ieri nel tratto compreso tra Schiranna e Calcinate del Pesce «non sono da imputarsi al lago – spiegano i pescato – Con questo non vogliamo sminuire la gravità dell’accaduto che non può essere imputabile unicamente al solo maltempo, seppur eccezionale, o ai rovesci abbondantemente sopra la norma che stanno caratterizzando questo luglio».

«Non imputiamo al lago ciò che può essere riconducibile al meteo, ma anche, ad esempio, ai tombini sporchi che non tirano. Oppure a una rete fognaria risalente alla fine degli anni Settanta, quindi insufficienti a fornire un servizio adeguato all’attuale urbanizzazione cittadina». Il lago resta però «sotto la lente di ingrandimento – aggiunge Clerici – Perché il volume d’acqua continua a salire».

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