Malpensa resta senza presidio Dia ’Ndrangheta e mafia ringraziano

L’ufficio fu chiuso nel 2013 tra le proteste di sindacati e dell’associazione “Libera”. Dopo i fatti di Parigi l’aeroporto è un luogo sensibile: servirebbe un nuovo presidio

– Nucleo Dia di Malpensa, l’ufficio Dipartimento investigativo antimafia continua a restare chiuso nella sede aeroportuale, fino a tre anni e mezzo fa punto di riferimento per il territorio e non solo.
Ha provato a smuovere le acque la senatrice bustocca (ex Cinque Stelle) con un ordine del giorno che prevedeva la revoca della chiusura del Nucelo informativo ma, nonostante il governo avesse accolto la proposta, è stata subito fatta marcia indietro. Dopo, infatti, una prima apertura a fine 2013 con il decreto “Salva Roma” che conteneva il ripristino del Nucleo, nel giro di un paio di mesi è stato respinto in Aula, al Senato, l’emendamento di M5S e Lega Nord per la riapertura della sezione investigativa antimafia a Malpensa.

Inutile è stata la protesta di tutti i sindacati di polizia, scesi addirittura in piazza. Nemmeno la nomina di all’autorità anticorruzione, è servita, indirettamente, a ripristinare il presidio locale contro la criminalità organizzata. L’evento universale alle porte sarebbe un ulteriore buon motivo per mantenere gli specialisti antimafia a Malpensa. E a maggior ragione dopo i fatti tragici di Parigi, contare su un presidio in più in un luogo sensibile e di passaggio quale è l’aeroporto,

può essere soltanto un valore aggiunto, non certo un qualcosa di troppo, da scartare. L’ufficio Dia a Malpensa è sempre stato una sorta di avamposto, utile alle indagini locali, nazionali e internazionali. Oltretutto in grado di stare in piedi da solo, a costo zero, visto che Silp Cgil e Siulp Cisl hanno sempre parlato di 3.500 euro all’anno circa per il pagamento delle utenze.
Chi vi lavora non è in distacco da altre sedi e non ci sono nemmeno costi di affitto per l’ufficio all’interno dello scalo aeroportuale. Perché allora non riaprire un punto nevralgico contro la criminalità organizzata che risulterebbe prezioso per l’acquisizione di informazioni a tutto campo?

Creato nel giugno del 2000, il Nucleo Dia è stato chiuso a maggio del 2013 tra le mille proteste di tutto il sindacato di polizia, dei parlamentari del territorio e delle associazioni antimafia, “Libera” in primis.
Malpensa, primo aeroporto del Nord Italia e primo scalo in Italia ma anche tra i primi in Europa per la movimentazione delle merci, può continuare a restare senza un presidio antimafia. Basta pensare alle radici messe dall’ndrangheta in Lombardia e nel territorio attorno all’aeroporto per comprendere l’importanza di un avamposto che non è certo un capriccio di pochi nostalgici. La decisione di chiuderlo starebbe in esigenze di ottimizzazione delle risorse ma, appunto, i costi del Nucleo sono sempre stati ridicoli.

La politica promette di tornare alla carica. Non ci sono altri segnali.