Mensa a scuola troppo cara per 600 famiglie di Varese

Cresce il numero di poveri. I bimbi che usufruiscono del servizio mensa gratuito perché i genitori hanno un reddito basso sono 600 in città, pari al 12,5% degli scolari di età compresa tra 0 e 13 anni (per chiarezza: i genitori la cui dichiarazione Isee è inferiore a quattromila euro annui non pagano nulla, gli altri hanno una riduzione delle tariffe).

Un dato di per sé allarmante per far capire il livello di povertà della città, a cui si sommano 300 nuclei familiari assistiti dai Servizi Sociali del Comune nel sostentamento dei bisogni primari (cibo e casa), per un totale di 450mila euro all’anno. E, ancora, i tanti pacchi alimentari forniti dal Comune ai bisognosi in collaborazione con il Banco alimentare, la Cri e la Caritas.

«Le richieste di aiuto che arrivano ai Servizi Sociali sono in continuo aumento» afferma l’assessore che, proprio ieri mattina, ha convocato un vertice con diverse realtà attive nel volontariato per capire la dimensione del bisogno e affrontare quella che è stata ribattezzata «emergenza cibo».

I numeri forniti dai Servizi Sociali, infatti, offrono solo una fotografia parziale della povertà cittadina. Perché poi ci sono le code davanti alle mense gratuite e quelle davanti ai presidi che distribuiscono cibo.

Al vertice hanno partecipato Angeli Urbani, banco “Non solo Pane”, Caritas, Consulta per la Famiglia, Cri, Decanato di Varese, Fondazione Comunitaria del Varesotto, Opera San Francesco, Gulliver, Provincia di Varese, Regione Lombardia sede Varese, suore della Riparazione di via Luini, San Vincenzo e ufficio scolastico territoriale

Durante l’incontro sono state scambiate informazioni ed esperienze, fino alla decisione di creare la “Rete cibo Varese” aperta a chiunque voglia partecipare.

In pratica: in Comune verrà attivata una segreteria di coordinamento che avrà il compito di raccogliere i dati forniti dalle associazioni che lavorano con la povertà e di incrociarli tra di loro.

Tutto con l’obiettivo di monitorare il bisogno di cibo in città e far fruttare le risorse a disposizione, abbattendo gli sprechi. Nella rete potranno convergere anche fondi recuperati attraverso i bandi e con le donazioni dei privati. A scanso di ogni equivoco: il cibo raccolto non verrà immesso nelle mense scolastiche, ma distribuito nella città attraverso altri canali.

«In una situazione come questa non possiamo girarci dall’altra parte e tollerare che ci siano persone che ricevono più di altre. Così come non possiamo accettare la presenza di famiglie che avrebbero bisogno di aiuto, ma a cui non va nulla» continua Angelini.

Nel frattempo domani, nel negozio Prénatal di via Cavour 9, ci sarà il “banco per l’infanzia”, la prima raccolta nazionale di prodotti pensata per offrire un aiuto concreto ai bambini che frequentano gli asili nido nel nostro Paese, dove un minore su tre è a rischio povertà o esclusione sociale. I clienti del negozio avranno la possibilità di acquistare e donare subito ai volontari della fondazione “Aiutare i bambini” – che saranno presenti all’interno del punto vendita – beni di prima necessità come pannolini, biberon, asciugamani, copertine, vestiti, piattini, bicchieri.

I prodotti verranno poi distribuiti a una rete di cento asili nido selezionati dalla fondazione. La raccolta si effettuerà sabato e domenica anche nei Prénatal di Gallarate e Castronno.

Tra gli asili nido che riceveranno i prodotti raccolti a Varese e provincia, ci sono anche l’asilo nido Giromelogioca e il micronido Albicoccole di Gallarate.

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