Nasconde la scheda in tasca Presidente di seggio a processo

Presidente di seggio si infila una scheda in tasca: a processo per aver alterato l’esito elettorale.

E la Lega Nord si costituisce parte civile: quella scheda imboscata recava un voto al Carroccio.

Lo scenario è quello delle elezioni 2008: a Varese si votava per Provincia, Camera e Senato. Seggio di Masnago: la presidente è un’insegnate di scuola superiore di 60 anni con pluriennale non alla sua prima esperienza nel campo. Due giorni poi i seggi chiudono e si inizia con gli scrutini: prima Camera e Senato, poi la Provincia.

Giorno uno: Camera e Senato perfettamente evase. Tutti i conti tornano: 841 schede tra votate, bianche, nulle e non votate. Tutto viene registrato e consegnato alla prefettura.

Giorno due: si aprono le urne contenenti le schede relative all’elezione del consiglio provinciale. E inspiegabilmente spunta una scheda dedicata al Senato. La presidente a quel punto la prende e se la infila in tasca. Una delle scrutinatrici la vede e chiama la polizia e la donna viene denunciata. Scoppia la bagarre e la Lega si impunta arrivando a costituirsi parte civile contro la presidente di seggio nonostante quel voto non avrebbe in ogni caso alterato l’esito della votazione.

L’accaduto, al di là dell’iter processuale, resta comunque inspiegabile: per , legale dell’imputata, non ci fu dolo nel gesto di infilare quella scheda in tasca. Inoltre, la presidente avrebbe potuto essere accusata di aver alterato l’esito elettorale anche qualora avesse segnalato l’anomalia visto che i conti relativi alle votazioni al Senato tornavano perfettamente e tutti gli scrutatori hanno testimoniato che ogni cosa, in quel frangente, si è svolta in modo regolare.

Resta il mistero: da dove è spuntata quella scheda?

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