Netturbini violenti È subito polemica

«Licenziamenti? Andiamoci piano. In Agesp ci sono due pesi e quattro misure».

Risponde così, il sindacalista della sigla di base Adl , all’assessore alle partecipate che ha invocato il licenziamento per i tre netturbini di Agesp denunciati a piede libero per ingiuria e minaccia aggravata, lesioni personali e interruzione di pubblico servizio in concorso dopo aver “affrontato” in piazza Mercato, mentre erano in servizio con il camioncino della raccolta rifiuti, un gruppo di ragazzini che stavano insidiando la figlia di uno di loro.

«Per chi non ha problemi a ricollocarsi è facile parlare di licenziamenti – attacca Sartorato – in questo caso, si è trattato certamente di un fatto increscioso, non c’è dubbio che sia sbagliato agire così quando si è sul posto di lavoro. Ma prima di arrivare a certi giudizi sommari e ultimativi valuterei in modo più approfondito e completo quel che è successo. Il licenziamento non può essere sempre la panacea di tutti i mali,

ci sono anche i provvedimenti disciplinari». Anche perché, se l’assessore Reguzzoni fa il paragone con il caso dei due netturbini che erano stati licenziati perché beccati mentre giocavano a carte al bar, poi reintegrati dal giudice del lavoro, Sartorato ricorda un altro episodio emblematico risalente a qualche tempo fa: «Ai nostri delegati sindacali sono stati comminati addirittura cinque giorni di sospensione per essersi fermati al bar per fare la pipì, perché con i mezzi aziendali si erano spinti circa 200 metri al di fuori dalla zona in cui stavano effettuando il servizio di raccolta».

Questo cosa significa, per l’esponente di Adl? «C’è da chiedersi quale sia il metro di valutazione che viene utilizzato quando si danno delle sanzioni disciplinari. L’impressione è che in Agesp purtroppo ci siano da tempo due pesi e quattro misure – secondo Sartorato – troppo spesso si bastona in una direzione e si chiude un occhio in un’altra. I fatti parlano chiaro e lo abbiamo denunciato più volte. Purtroppo quando c’è di mezzo la politica la gestione del personale diventa problematica». Ecco perché, anche rispetto all’episodio dei tre “netturbini violenti”, il sindacalista bustese di Adl chiede che la politica non si metta in mezzo. Ma la questione del personale della società partecipata continua ad essere argomento di dibattito che va ben oltre le quattro mura di via Polo.

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