NUBIFRAGIO A VARESE Risarcimenti già a rischio

«Questo 2014 è sicuramente uno tra gli anni più piovosi dell’ultimo periodo».

A dirlo sono gli esperti del Centro Geofisico Prealpino che spiegano come la media stagionale di acqua piovana registrata nel mese di luglio si aggiri intorno ai 106 millimetri. Dalla mezzanotte di lunedì alle 10 di ieri mattina sono caduti 100 millimetri di acqua.

«Con queste ultime precipitazioni abbiamo raggiunto, in questo mese, un totale di 240 millimetri: solo questa mattina (ieri, ndr) ne sono caduti, in sole te ore, 60 millimetri. Nel 2009, l’anno dell’alluvione a Varese, le piogge hanno raggiunto 290 millimetri, di cui 150 solo nell’evento che tutti ricordiamo del 15 luglio».

Quando il nostro territorio è vittima di abbondanti acquazzoni, vigili del fuoco e protezione civile lavorano a pieno regime. Sono, infatti, numerose le aree a rischio idrogeologico all’interno dei confini del nostro comune.

Ma quello che ancora manca è un piano della Protezione Civile che permetta di coordinare le operazioni tra le varie forze in campo e una struttura in cui operare: una sala operativa da cui tirare le fila di quello che accade sul territorio. Cosa non da poco e di cui nella giornata di ieri si sono potute constatare le conseguenze.

I soccorsi sono arrivati ovunque con grande ritardo, la comunicazione tra gli uomini della protezione civile, la polizia locale, provinciale, i tecnici del Comune e i vigili del fuoco non sarebbe stata sempre facile.

Disagi si sono avvertiti soprattutto durante le operazioni a Valle Olona, dove il coordinamento tra chi operava a valle e chi a monte pareva farraginoso.

La mancanza di un piano si è avvertita a livello operativo ma anche a livello teorico: non essendoci una mappa aggiornata delle zone a rischio idrogeologico è stato impossibile prevedere e prevenire alcune situazioni. E non è tutto. Le implicazioni maggiori si potrebbero avere in sede di risarcimento.

La legge regionale è chiara: in mancanza di un piano della protezione civile il Comune non ha diritto ad un soldo. Varese non solo non ha un piano, ma è anche terribilmente in ritardo nella sua redazione.

Un lavoro che è stato affidato alla Croce Rossa, notoriamente esperta in rischi idrogeologici, ma che giungerebbe comunque in ritardo. Il sindaco ha non comunque alcuna intenzione di chiedere lo stato di calamità naturale.

«Per la conta dei danni – spiega – bisognerà attendere i prossimi giorni». Intanto, però, il sindaco annuncia che il progetto di messa in sicurezza dei fiumi Olona e Vellone, già pronto da tempo, dovrebbe partire il prossimo gennaio.

«Purtroppo siamo fermi da un anno e mezzo a causa del ricorso al Tar fatto dal secondo classificato al bando di concorso aperto dal Comune per l’appalto dei lavori».

Se non ci saranno ulteriori inghippi, l’intervento per la realizzazione di vasche di laminazione nel comparto prossimo a Valle Olona dovrebbero protrarsi per circa un annetto.

«A quel punto – conclude Fontana – in caso di abbondanti piogge, la zona sarà protetta e non si registreranno ulteriori esondazioni e allagamenti».

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