Noi e i migranti. È partita l’offensiva dei sindaci leghisti

Bianchi: «Chi vuole ospitarli, deve comunicarcelo. Freniamo il business». Grimoldi: «Prefetti e privati non possono scavalcarci, scaricando poi il dovere di dare assistenza». Sul giornale in edicola oggi due pagine speciali

Emergenza migranti, l’offensiva dei sindaci leghisti in un’ordinanza: «Chi intende ospitarli deve comunicarcelo preventivamente. Vogliamo porre un freno al business dell’accoglienza e non intendiamo più essere scavalcati». A fare da apripista, primo sindaco a firmare l’ordinanza preparata dalla Lega Lombarda e fatta pervenire a tutti i primi cittadini che sono espressione del Carroccio, è Matteo Bianchi, segretario provinciale e sindaco di Morazzone.

L’ordinanza è chiara: stabilisce che «i proprietari di beni immobili, o comunque i soggetti che abbiano il possesso di beni immobili e possano validamente disporne, dovranno preventivamente comunicare all’amministrazione locale la sottoscrizione di contratti di locazione o di comodato o comunque di concessione di qualsivoglia diritto reale o personale di utilizzo a soggetti che abbiano tra le possibili finalità l’ospitalità di richiedenti asilo».

Gli obblighi sono precisi: comunicare la partecipazione ai bandi per l’accoglienza entro cinque giorni dall’uscita delle graduatorie, comunicare la stipula di accordi o convenzioni con le amministrazioni pubbliche deputate all’accoglienza nei 15 giorni precedenti, produrre una relazione quindicinale sull’organizzazione interna della struttura di accoglienza e sul numero e la provenienza di chi vi alloggia. In caso di violazione di questi obblighi, i sindaci si riservano di sanzionare i soggetti privati con una multa che va da un minimo di 150 euro ad un massimo di ben cinquemila euro.

«I sindaci – fa sapere Matteo Bianchi – devono essere messi in condizione di poter controllare gli arrivi, anche di quelli collocati in appartamenti privati. Questo perché la sistemazione logistica degli immigrati, in qualunque modo sia effettuata, viene ad incidere sul numero dei soggetti residenti nel territorio comunale, comportando la necessità di specifiche iniziative amministrative comunali, possibili situazioni di disagio socio-sanitario e circostanze che vanno ad incidere sulla pubblica sicurezza e la necessità di azioni comunali al fine di favorire l’integrazione e la socializzazione».

Una risposta forte, da un lato ai continui sbarchi che finiranno inevitabilmente, in base alle quote stabilite dal ministero degli interni, a far affluire migranti nei centri d’accoglienza, ma dall’altro anche alle sempre più insistenti notizie di cooperative che sono letteralmente a caccia di edifici sfitti da mettere a disposizione della Prefettura. Ecco perché nel giro di poche ore hanno già iniziato a dare l’ok anche i sindaci leghisti di Castiglione Olona, Castelseprio, Malgesso, Mercallo e Brebbia.

E l’impressione è che saranno molti altri ad imitarli. Un giro di vite che lo stesso Bianchi paragona a quello che Roma sta provando a mettere in atto nei confronti delle Ong che vanno a recuperare i profughi in mare. «Il rischio è anche quello che, come per le organizzazioni non governative, non ci sia controllo e visti gli enormi interessi economici si cerchi di aggirare la legge». L’iniziativa è stata condivisa a livello di movimento politico regionale come spiega il segretario della Lega Lombarda Paolo Grimoldi: «Non possiamo tollerare che i sindaci siano scavalcati nell’ospitalità degli immigrati dai Prefetti e dai privati. È impensabile che siano sistematicamente scavalcati scaricando sui Comuni centinaia di persone che, dopo pochi mesi, andranno a bussare alla porta del sindaco per chiedere assistenza».