«Qui dormo e leggo come non mai. La tv è una noia, mi manca la vita vera»

Il professor Valerio Crugnola ci scrive dall’ospedale

Recupera forze ed energie il professor Valerio Crugnola, dopo il malore che lo aveva colpito il 13 dicembre scorso, al termine della giornata di scrutini per le primarie del centrosinistra che lo aveva visto in prima fila al seggio allestito nell’istituto Vidoletti di Masnago. Il suo malore, che lo ha portato a essere ricoverato all’ospedale Fatebenefratelli, ha tenuto con il fiato sospeso numerosi amici varesini. Il celebre intellettuale varesino, per lunghi anni docente di filosofia nei licei cittadini e ora attivista in prima linea del comitato civico Varese 2.0,

è un volto molto noto in città. Da qualche giorno è stato trasferito all’ospedale di Circolo di Varese e dovrebbe far rientro a casa a metà della prossima settimana. Proprio come il nome del comitato civico nel quale milita ormai da tempo, Varese 2.0, non appena ne ha avuto modo, Crugnola ha iniziato ad aggiornare coloro che attendono notizie sul suo stato di salute attraverso il proprio profilo Facebook. Il suo ennesimo attacco di cuore gli impedisce di affaticarsi e incontrare amici e colleghi di persona, al momento, potrebbe ancora debilitarlo. Così, l’intellettuale comunica con il mondo esterno attraverso i social network e gli sms per «economizzare il flusso delle informazioni da dare». Crugnola se l’è vista brutta, tanto che una volta arrivato al Fatebenefratelli è stato sottoposto a coma farmacologico. Nonostante ciò, il prof non ha perso la sua grinta ma è consapevole che la ripresa dovrà essere necessariamente lenta. «Sono ancora molto affaticato, ho bisogno di ritmi più lenti e di pause per me solo. Va meglio, naturalmente, ma non posso più correre rischi». «Dovrò ridurre i miei impegni e le emozioni che hanno comportato». Dal letto del suo ospedale, Crugnola fa un bilancio dei pro e dei contro nel ritrovarsi nei panni di un paziente ricoverato. «La vita del ricoverato presenta alcuni vantaggi innegabili: essere esonerati dalle incombenze quotidiane; dormire o appisolarsi piacevolmente; leggere più del solito. Il peggiore svantaggio è dover convivere con persone che russano, o amano chiacchierare, o – peggio – guardano ossessivamente la televisione e, per solito, il peggio offerto dalle tv commerciali». Detto ciò, il noto filosofo non vede l’ora di ritornare alla quotidianità. «La vita esterna, quella dei “sani”, è decisamente migliore anche se irta per me di problemi pratici. Dovrei ritornarci tra martedì e mercoledì. Per ora me ne sto sospeso tra un senso di restituzione, piaceri mentalmente assaporati, fremente attesa e piccole ansie».