Scandalo Croce Rossa, indagini chiuse Pronti a chiedere il rinvio a giudizio

La Procura intende procedere: undici le persone sotto la lente d’ingrandimento. Bufera esplosa per le spese ingiustificate. Contestati i reati di falso e truffa allo Stato

– Scandalo Croce Rossa: la procura pronta a chiedere il rinvio a giudizio per tutti gli 11 indagati. Il pubblico ministero , che ha coordinato l’inchiesta della compagnia della guardia di finanza di Luino, ha chiuso le indagini ed è ora pronto a chiedere il processo per gli indagati. Tra questi ve ne è uno particolarmente eccellente in quanto personaggio pubblico.

E’ , 34 anni, ex consigliere comunale e ex assessore, attuale presidente del comitato luinese della Croce Rossa. Ora gli indagati hanno 20 giorni a disposizione per chiedere di essere ascoltati dal pubblico ministero o depositare memorie difensive. La procura non ha dubbi, in ogni caso, e intende procedere. I finanzieri guidati dal capitano hanno lavorato su tre diversi ambiti di indagine. Acquisti non regolari effettuati presso due società di parenti del presidente; una serie di trasporti privati nei confronti di parenti di volontari che invece di essere addebitati ai privati sono stati addebitati in sostanza alle finanze pubbliche; e infine alcuni dipendenti, uno in particolare, che invece di andare a lavorare, timbrava, ma si faceva i fatti i suoi.
I reati contestati a vario titolo e complessivamente sono abuso d’ufficio, falsità in atto pubblico, truffa ai danni dello Stato. Piccolo l’ammontare della truffa in questione: in tutto 15mila euro.

L’inchiesta ha creato un vero e proprio terremoto in seno alla Croce Rossa; non solo a Luino, a livello locale, ma anche a livello regionale. Buchi, tre giorni fa, durante una riunione ha dichiarato di essere stato indagato ma ha annunciato anche di non avere intenzione di dimettersi. Tutti gli indagati hanno di fatto negato gli addebiti difendendo l’operato del comitato e dichiarando la regolarità del servizio svolto. In difesa dell’operato dei vertici del comitato luinese si è

schierato anche , presidente regionale della Cri: «Non ho ancora visto gli atti – ha detto – Quindi non posso esprimere una valutazione nel merito». Tuttavia: «Se si tratta di qualche trasporto gratuito per dei famigliari di volontari e dipendenti mi autodenuncia – ha aggiunto Gussoni – E’ capitato anche a me con mia madre».
L’indagine rientra perfettamente in quello che è uno degli obiettivi principi della guardia di finanza, come già sottolineato dal comandante provinciale Francesco Vitale: il contrasto agli illeciti contro la pubblica amministrazione. In particolare su quegli illeciti che comportano un indebito utilizzo di denaro pubblico.

Lo scopo è quello di recuperare preziose risorse da destinare alla collettività e a chi ne ha davvero diritto.