«Silvio, tranquillo: tua figlia da lassù combatte con te»

Intervista al nostro Roberto Bof, amico di Silvio Pezzotta: il giorno del delitto di Mariangela, compiuto dalle Bestie di Satana, era insieme a lui

«Quella sera uscimmo da una riunione alle 23 esatte. Parlavamo di andare a mangiare una pizza da qualche parte. In quello stesso momento Mariangela riceveva l’ultima telefonata da Andrea Volpe. Lo lessi due giorni dopo sui giornali. Prima arrivò un brivido, poi ci fu spazio solo per il dolore». Il nostroracconta
, padre di Mariangela, ultima vittima delle Bestie di Satana, materialmente uccisa il 29 gennaio 2004 da e, alla presenza di , nella chalet di proprietà della famiglia della ragazza a Golasecca.
Quella sera terribile Bof era con il padre di Mary. E sulla scelta di Pezzotta di dare un’occasione di redenzione a Elisabetta Ballarin Bof dice: «Ha compiuto un gesto straordinario in modo del tutto naturale e con una motivazione validissima: sua figlia avrebbe fatto così. Questo è parte della grandezza di Silvio».

Eravamo insieme a una riunione della Federciclismo provinciale. Eravamo a Tradate. Non ricordo cosa fosse in discussione, ricordo che Silvio fu concreto come sempre nell’affrontare i problemi. Se ripenso alla sua tranquillità quella sera… mai avrebbe immaginato che quelle ore avrebbero cambiato tutto per sempre.

La riunione finì alle 23. E alle 23 esatte eravamo fuori, sulla strada. Stavamo chiacchierando, volevamo andare a mangiare una pizza. Non se ne fece niente. Ricordo che non trovammo un accordo sul posto. Scartammo Tradate, ma poi riflettemmo tra chi viveva a Varese e chi viveva a Somma Lombardo, avremmo dovuto allungare troppo la strada ed era tardi. Non se ne fece nulla. Lo salutai con un buonanotte credo. Nessuno poteva immaginare quello che esattamente in quei minuti stava accadendo. Silvio non poteva sapere cosa stesse accadendo a Mariangela in quegli stessi minuti.

Non l’ha deciso oggi. Silvio Pezzotta è un signore che non ha mai chiamato un giornalista in vita sua. Sono i giornalisti a chiamare lui. Quell’occasione, quel dire “ la mia porta è aperta” non è decisione di oggi. Lo diceva già dopo aver incontrato la Ballarin. Pezzotta ha questa grande dote: capisce le persone. Ha visto del buono in lei; sinora in queste valutazioni non si è mai sbagliato. Il bello di lui è che non dice: sono cattolico, sono cristiano, lavoro nel sociale quindi perdono. Lui ti dice: “non è perdono, è dare un senso alle cose. È quello che avrebbe fatto mia figlia e così io onoro la sua memoria”. Verrebbe da dire che è normale, ma la nostra società a quanto pare questo non lo consente.

Ce ne furono anche allora. Qualcuno disse: uscire di casa alle 11 di sera per andare da un balordo. E Silvio sin da allora aveva sempre spiegato: non era la prima volta. Era lo spirito di mia figlia. Quindi che oggi lui spieghi: è quello che avrebbe fatto Mariangela, lo trovo un fatto coerente. Silvio è così. Io credo che nel prendere questa decisione abbia tenuto conto di tutto. Di chi è morto, di chi ha ucciso. Dei genitori di chi è morto, dei genitori di chi ha ucciso. Dei genitori di chi è morto in circostanze misteriose e ha cercato una ragione. Ha cercato un colpevole che non è qui. Lo straordinario di Silvio Pezzotta è questo: in una vicenda tanto devastante, per così tante persone, lui ha tenuto conto di tutto. E ha detto: mia figlia avrebbe fatto così. Punto. C’è fedeltà a Mariangela. Qui il filo conduttore è l’amore. Amore con la A maiuscola.

Sì. Io credo che quando fai cose che nessun altro fa, fai queste cose, ecco io credo sia un fatto non umano. C’è qualcuno, qualcosa, che ti guida dall’alto. Mariangela ha ispirato suo padre. Mariangela credo approverebbe la decisione di Silvio.

Difficile? Conosco soltanto lui che abbia la forza di fare una scelta tanto coerente, tanto giusta. Non è giusta: per tutti noi è impossibile. Eppure lui la fa sembrare facile. Ed è tutta qui la differenza che Silvio Pezzotta fa.