Tasi, ci siamo: ecco chi bastona di più

Tasi, ecco i Comuni della provincia di Varese dove pesa di più e quelli che schivano la “stangatina” d’autunno: in dieci, tra cui Varese, hanno stabilito un’aliquota superiore al 3 per mille.

E la Città Giardino è al top a livello nazionale tra i capoluoghi di provincia, con il record della Tasi più pesante sulla fascia degli inquilini in affitto.

Dopo la rincorsa di inizio settimana scorsa per l’approvazione delle aliquote Tasi nei consigli comunali, si è finalmente completato il quadro per sapere quanto costerà il nuovo tributo sui servizi indivisibili, la cui prima rata in circa quattro Comuni su cinque andrà versata entro il 16 ottobre.

Come preannunciato, è una vera giungla, visto che le 139 amministrazioni comunali della provincia di Varese si sono sbizzarrite nel determinare ciascuna la propria aliquota, con le eventuali detrazioni.

Per quanto riguarda la prima casa, l’aliquota media sul nostro territorio è dell’1,87 per mille, più della metà di quella massima prevista dalla legge (il 3,3 per mille, ma solo per chi garantisce detrazioni) e ad un soffio dalla soglia psicologica del 2 per mille che rappresenta la metà della “vecchia” aliquota standard dell’Imu sulla prima casa.

Ci sono anche le “isole felici”, nove Comuni in cui la Tasi è stata azzerata a tutte le categorie, prima casa inclusa, a cui se ne aggiungono altri due in cui l’aliquota è inferiore all’uno per mille. Ma, sul versante opposto, più di un Comune su due, ben 76 su 139, ha fissato l’aliquota verso l’alto, ovvero uguale o maggiore al 2 per mille.

L’aliquota del 2,5 per mille, il massimo per chi non applica detrazioni, è la più frequente: l’hanno scelta ben 33 Comuni, quasi uno su quattro. Al livello massimo si sono stabiliti in nove, con un’aliquota al 3,3 per mille e svariate formule per le detrazioni.

In valore assoluto il Comune che, a parità di rendita catastale dell’immobile, farà pagare di più di Tasi è Tradate, visto che la detrazione sull’abitazione principale sarà di appena 25 euro. Seguono Casciago (detrazione un po’ più alta, a 50 euro) e Cadrezzate (oltre ai 50 euro di franchigia se ne aggiungono 25 per ogni figlio a carico).

Il capoluogo Varese entra nella “top five” dei Comuni che faranno pagare di più, visto che l’aliquota massima del 3,3 per mille è accompagnata da una detrazione da 75 euro sulla prima casa, più 50 euro per ogni figlio a carico. D’altra parte però a Varese le rendite catastali mediamente sono più alte, quindi c’è il rischio concreto che sarà la il capoluogo anche per il salasso sugli immobili.

Di certo un record la Città Giardino se l’è già aggiudicato: secondo uno studio di Confedilizia ripreso ieri dal Corriere della Sera è il capoluogo che tartassa di più gli inquilini in affitto.

La Tasi sugli immobili locati infatti la pagano anche gli affittuari, per una quota che a Varese (ma anche a Busto Arsizio e nella maggior parte dei Comuni che chiedono la Tasi sugli immobili diversi dall’abitazione principale, già gravati dell’Imu) è del 30%.

«Troppo» secondo , segretario provinciale del Sicet, il sindacato degli inquilini della Cisl. «È sbagliato far pagare una parte di una tassa patrimoniale a chi vive in affitto. Soprattutto per quelle famiglie che già fanno fatica a pagare le pigioni e che si trovano ulteriormente tartassate».

Uno degli aspetti più controversi della Tasi sta proprio nel fatto che, rispetto all’Imu che aveva una franchigia di 200 euro che metteva al sicuro le famiglie con abitazioni modeste, finirà per pesare maggiormente, e più della “vecchia” Imu, sulle fasce più deboli.

«Faccio l’esempio sulla mia pelle – sottolinea l’avvocato , capogruppo del Pd di Busto Arsizio che aveva proposto lo “scambio” di alzare l’addizionale Irpef per abbassare la Tasi – Nel raffronto con l’Imu, la Tasi peserà meno sulla mia famiglia che non su chi ha una casa di proprietà ma magari non ha un reddito perché rimasto senza lavoro».

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