Troppi rifiuti a Busto Serve un secondo impianto

Ancora discariche abusive, la città è circondata dagli incivili. Sel denuncia lo «scempio ambientale» in consiglio comunale. Legambiente chiede che si realizzi un secondo centro multiraccolta nella zona nord della città.

Il problema si ripete da anni senza soluzione di continuità: è quello delle discariche a cielo aperto che vengono scoperte nei boschi attorno a Busto Arsizio. L’ultima a salire alla ribalta è nei boschi dietro alla chiesetta della Madonna in Veroncora, nel quartiere del Redentore: la denuncia è del consigliere di Sel , che in via Veroncora e in via Corbetta ha scoperto vari punti critici in cui «sono presenti rifiuti speciali, come lavatrici, televisori e frigoriferi, forse alcuni anche pericolosi, come lastre di eternit, alcune delle quali ammalorate e pericolose per la salute, e oli combustibili esausti, oltre naturalmente a comune immondizia». Uno «scempio ambientale» cui si chiede di porre rimedio immediatamente, bonificando la zona.

Ma il problema è più ampio, e anche ripulire non risolve anni di rincorsa agli incivili che lordano le aree boschive.

Lo sa bene Legambiente, che denuncia spesso le situazioni di degrado ambientale provocate dai rifiuti abbandonati (l’ultimo caso a Borsano, dove erano stati rinvenuti dei fusti di olio alimentare). Una possibile “pezza” al problema sarebbe, secondo il presidente del Cigno Verde , «la creazione di un secondo centro multiraccolta in città, nella zona nord, quella che oggi è più lontana dall’attuale struttura dedicata al conferimento dei rifiuti speciali e ingombranti».

L’unica piattaforma ecologica disponibile in una città così grande come Busto Arsizio si trova infatti nella zona industriale di Sacconago e risulta decisamente scomoda da raggiungere (anche per le code che si formano nei giorni di maggior frequentazione) per molti cittadini che risiedono nei quartieri di Beata Giuliana, Sant’Anna, Redentore.

«Posto che gli incivili non hanno scusanti e andrebbero puniti per i reati ambientali che compiono quando abbandonano rifiuti nei boschi, un secondo punto di conferimento potrebbe disincentivare questo fenomeno purtroppo molto diffuso dell’abbandono dei rifiuti» sostiene Barcucci. L’idea era già stata portata avanti da Agesp in passato, ma fu accantonata per motivi economici.

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