Un’avvocato figlia d’arte ha mandato Silvio dai nonni

E’ figlia d’arte Livia Guidali, 33 anni, balzata agli onori della cronaca come la varesina che, componente a pieno titolo il collegio del tribunale di sorveglianza di Milano, ha deciso l’affido ai servizi sociali per Silvio Berlusconi.

L’ex premier espierà il residuo di pena (un anno) per la condanna per frode fiscale andata in giudicato prestando la propria opera in una struttura per anziani di Cesano Boscone anche per decisione di Guidali. Iscritta all’Ordine degli avvocati di Varese, Livia è figlia del noto civilista Roberto Guidali, con studio in piazza Cacciatori delle Alpi. Guidali si è laureata in Giurisprudenza all’Università degli Studi dell’Insubria con tesi in criminologia con il professor Adolfo Francia,

era parte del collegio giudicante dell’ex Cavaliere in qualità di esperta di sorveglianza. Livia Guidali, in sintesi, è un magistrato onorario. La varesina, criminologa ed esperta di diritto penitenziario, rientra nel ristretto gruppo di consulenti esterni inseriti a pieno titolo in un albo dedicato del tribunale di sorveglianza. Albo in cui si accede con nomina del Csm dopo che la candidatura è stata vagliata da una commissione di valutazione dei magistrati di sorveglianza del distretto di Corte d’Appello. Ieri poco dopo il pronunciamento di una sentenza di cui si parla in tutta Italia e ben oltre i confini nazionali Guidali, equilibrata e sobria come le impone il proprio ruolo, ha semplicemente spiegato: «Non posso e non voglio fare commenti. Nel rispetto del lavoro svolto dal collegio».

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