Varese è città intelligente Ma i varesini non lo sanno

«Sono gli studenti di informatica ad avere un ruolo chiave nello sviluppo delle Smart City».

Parola di , professore ordinario di Comunicazione multimediale e di Communication technology and society al Politecnico di Torino, dove è vice rettore per la comunicazione, promozione e immagine e coordinatore del corso di laurea in ingegneria del cinema e dei mezzi di comunicazione. Ieri il professor Ricciardi era all’università dell’Insubria per tenere il seminario “cittadini nella società digitale”.

Varese SmartCity – premiata allo Smau nel 2013 – comprende tre progetti riconosciuti all’avanguardia: la tecnologia Nfc applicata ai processi di pagamento e marketing territoriale, l’app rivolta ai cittadini per una Varese pulita e attenta all’ambiente. E Sinecura, una sperimentazione di tecnologie innovative finalizzate ad una sicurezza partecipata.

Ma la sensazione è che pochi cittadini sappiano quali potenzialità si conoscono dietro a questi sistemi. Ecco dunque entrare in gioco gli studenti.

«Le Smart City nascono per valorizzare gli investimenti nella ricerca e orientarli alle esigenze del cittadini – ha spiegato Ricciardi – A Torino è stato implementato il settore della mobilità, dando al cittadino la possibilità di fruire informazioni, orari e coincidenze con il cellulare. Un discorso di questo tipo diventa importante in città molto estese». «Poi c’è tutto il “settore della salute” che ha a che fare con ambiti complessi – continua il professore – perché rendere accessibili informazioni personali comporta rischi e la necessità di avere sistemi di protezione molto alti. Al politecnico di Torino abbiamo avuto attacchi degli hacker che hanno tentato di appropriarsi di informazioni mediche, come le radiografie».

E poi c’è l’ambito dei beni culturali: «La Regione Piemonte ha fatto pesanti investimenti sulla cultura – spiega – Pensiamo a Torino che è passata da una città industriale a una città in cui la Fiat non esiste più se non come “etichetta”: i dipendenti si sono ridotti da 80mila a 20mila. Da qui la necessità di trasformare l’immagine della città, orientandola al turismo».

Nel passare da una Smart City a una città veramente intelligente, «l’università potrebbe avere un ruolo fondamentale – suggerisce Ricciardi – Quando si danno opportunità agli studenti succedono cose incredibili. Ci sono studenti di informatica che hanno messo in piedi start up che sono entrate sul mercato a livelli significativi. Quando gli studenti diventano protagonisti e creano si ottengono prodotti piacevoli e redditizi».

Una indagine di Nielsen rivela che il 40 per cento della popolazione è “multicanale”, ovvero si connette a internet utilizzando dispositivi differenti. Sono circa 8,5 milioni gli italiani che navigano su internet dal telefonino e il 30% usa Facebook mobile. «La crossmedialità è una condizione tecnologica – hanno spiegato gli studenti di Ricciardi in un video creato da loro – Ogni media può dare il suo contributo per rendere attiva l’acquisizione di dati. È la stessa logica Pokemon: i bambini, guardando il cartone animato, imparano le caratteristiche di ogni Pokemon e poi mettono in pratica le loro conoscenze con le carte da gioco».

« Sembra poca cosa: ma Obama ha creato la prima campagna elettorale partecipativa della storia, dove chiunque poteva interagire con un Obama politico, un Obama personale e un Obama mitico a seconda del media di riferimento».

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