Vignette e arcobaleno: guerra in Rete

L’allarme terrorismo scatena i leghisti, che se la prendono con i profili pro Gay Pride su Facebook. Duro Bianchi: «Hanno ammazzato persone ma c’è chi festeggia»

– Allarme terrorismo, leghisti scatenati: «Il giorno dopo gli attentati, tutti a pensare all’arcobaleno del Gay Pride». Per il senatore è «inopportuno e fuori luogo festeggiare».
La vicenda degli attacchi terroristici si incrocia con il Gay Pride di Milano e scatena la polemica politica. Sono gli esponenti del Carroccio varesino ancora una volta in prima linea, per mettere in evidenza la contraddizione tra le celebrazioni “arcobaleno” e il lutto per le vittime in Tunisia, Francia e Kuwait.

«Hanno ammazzato come bestie delle persone ieri, ma l’importante oggi è mettersi la foto profilo arcobaleno» sentenzia il segretario provinciale della Lega Nord , rilanciando come hanno fatto tanti altri militanti una vignetta di sull’Isis che invade l’Occidente del gender e dei matrimoni gay.
«La vignetta spiega tutto – afferma Bianchi – c’è un Occidente fuori contesto e inerme di fronte al terrorismo fondamentalista che avanza. Ne è la prova il fatto che ieri tutta la popolazione dei social network non aveva di meglio da fare che pubblicare la foto arcolabeno. Ma qui c’è una contraddizione enorme: mentre da noi non si negano i diritti ad essere uguali né gli omosessuali vengono discriminati, dall’altra parte viene negato il diritto alla vita a persone innocenti. Se andiamo avanti così, verremo spazzati dai fondamentalisti, rendiamocene conto. E rialziamo la testa invece di farcela tagliare».

I leghisti, la testa la rialzano, eccome, su questa vicenda. «Ciascuno è libero di vivere la propria vita come meglio crede, ma stride molto il fatto che ci sono persone che festeggiano e altre che vengono ammazzate su una spiaggia – sottolinea il senatore della Lega Nord Stefano Candiani – non è neanche una questione di rispetto, ma di concreta opportunità. Credo che siano francamente fuori luogo, in un momento così delicato in cui si parla della vita e della morte delle persone,

certe manifestazioni celebrative».
Così anche Candiani, come tanti altri leghisti ieri, stigmatizza il “celebrate pride” nel giorno in cui il mondo riflette sulle stragi terroristiche e sui pericoli che possono arrivare anche per il nostro Paese dalla guerra globale dichiarata dall’Isis. «Ci sono delle priorità da rispettare, il che non ha nulla a che vedere con omofobia o altro. Solo un richiamo al fatto che non si perda il senso della realtà in un momento così drammatico per tutto l’Occidente che si trova a fronteggiare l’emergenza del terrorismo».
Parole durissime anche da , l’ex anchorman di Telepadania, che se la prende con i giornalisti. Tanti leghisti “ripostano” in maniera forsennata anche il loro leader che ricorda le «ottanta moschee chiuse dal governo tunisino» come risposta immediata al sanguinoso attentato di Susa.
Un assist formidabile per i militanti della sezione di Gallarate, da anni in guerra contro la realizzazione di una moschea nella loro città.

Infatti , segretario cittadino, citain questo proposito, mentre, segretario di circoscrizione, attacca pesantemente la giunta gallaratese di centrosinistra guidata da, che «il giorno dopo gli attentati non trova di meglio da fare che festeggiare la cena di fine Ramadan con la comunità islamica di Gallarate».
Ma non ci sono solo i leghisti sulle barricate. L’ex assessore del Comune di Varese cita un cavallo di battaglia dello storico consigliere regionale di An : «Mai come in questo momento mi viene spontaneo dire: “camel, barchèta, e te turnet a cà”».