«Vivere è provarci sempre»: parola di Serena Dandini

La nota conduttrice tv è a Busto per presentare il suo ultimo libro: «Vietato rimanere isolati: il fallimento è esperienza, non un tabù»

arriva puntuale all’appuntamento con il pubblico di Villa Calcaterra per la presentazione del suo ultimo libro, “Il futuro di una volta”. Il suo sorriso è contagioso, la sua disponibilità a due parole prima di iniziare a raccontare la sua storia (edita da Rizzoli), a una sala con i posti a sedere esauriti, è totale. Ci si ricava uno spazio su un divanetto, nella penombra, in un angolo. Ed è un piacere parlare con lei.

A portarla in città ci ha pensato la libreria Ubik di Busto Arsizio, grazie alla giovane e brillante direttrice , con la quale Serena Dandini arriva a Villa Calcaterra e non si sottrae a qualche scatto davanti al poster di . Non è un titolo nostalgico, quello del libro. La Dandini lo dice con garbo e decisione allo stesso tempo: «Potrebbe sembrarlo, ma non lo è. L’ho preso in prestito da , è una sua citazione.

Ci sembra bellissimo giocare con tutto quello che si ha dentro di sé», dice. Gioie, dolori, fallimenti e molto altro, di più. Alla domanda se si debba passare necessariamente dal precipizio per prendere la propria vita in mano e capire quello che siamo, Serena Dandini risponde che «no, non è necessario, ma la vita è fatta di precipizi». Sarebbe bello, continua, «se fosse una strada a 4 corsie, ma non è così. Sia che si sia giovanissimi, sia che si abbia davanti molto meno tempo, non bisogna perdere la speranza. E tentare, tentare sempre». Fallire, dopotutto, fa parte della vita e deve essere anche il sale della vita. «Il fallimento non è un tabù», sottolinea la Dandini con un sorriso aperto che mette fiducia: «A maggior ragione oggi, bisogna ricordare che fallire significa comunque aver fatto un tentativo e aver portato esperienza».

È fondamentale, e nel libro si ritrova nei diversi personaggi, «non restare inscatolati e chiusi». Rischiare, appunto. Elena, una delle figure centrali del libro, comprenderà infatti l’impossibilità di andare avanti senza mettersi in gioco e mettere in gioco le proprie emozioni. «Bisogna rischiare», ripete l’autrice pensando ai personaggi usciti dalla sua penna. Nel libro si ride molto, «ma si piange anche: volevo fare anche piangere», confessa la Dandini, non per vezzo o necessità letterarie. Convinta, piuttosto. L’umorismo non manca e non potrebbe mancare in un’autrice come Serena Dandini, che tutti conoscono per i suoi svariati programmi televisivi. «È un vantaggio che ti conoscano, ma il pubblico di lettori è il pubblico di lettori». E lei lo ha convinto, ieri. Parlando di conflitti «fondamentali, salutari anche tra le generazioni», raccomandando di «non nascondersi» e strappando applausi. Che dire a giovani e non più giovani? «Di mantenere intatta la curiosità della vita».